Tarassaco

Il tarassaco (Taraxacum officinale) è una pianta a fiore appartenente alla famiglia delle Asteraceae. L’origine del suo nome non è accertata, ma secondo alcuni studiosi deriverebbe dalle parole greche taraxis (agitazione, confusione, disordine, turbamento) e akos (rimedio). Conosciuto sin dai tempi antichi, veniva prescritto dai medici arabi nel X secolo come rimedio per depurare il sangue. I nativi americani ne usavano le foglie bollite per curare gonfiore, mal di stomaco, problemi alla pelle e ai reni. In Europa raggiunse il massimo della popolarità nel Rinascimento, quando divenne una delle piante officinali più usate per le sue proprietà depurative, disintossicanti e diuretiche, oltre che come rimedio contro l’inappetenza. Da allora è diventato talmente importante da dare vita a un’intera terapia, fondata nel XX secolo e basata sul suo utilizzo: la tarassacoterapia. Inoltre, durante la Seconda Guerra Mondiale, le radici di tarassaco tostate servivano per preparare un surrogato del caffè.

Oltre che con il suo nome comune, il tarassaco è conosciuto con molti altri nomi e soprannomi popolari: soffione, dente di cane, dente di leone, piscialetto, stella gialla, ingrassaporci, capo di frate, girasole dei prati, cicoria selvatica, cicoria burda, barba del Signore e cicoria asinina. È una pianta erbacea perenne, alta fino a 9 centimetri, che cresce spontaneamente in pianura fino a un’altitudine di 2000 metri. Ha una radice abbastanza grossa e non ramificata (fittone), dalla quale si sviluppano una “rosetta” di foglie lunghe dentate dal gambo corto e uno stelo glabro con un’infiorescenza di colore giallo detta capolino. Ogni fiore è ermafrodita e dopo l’impollinazione, che avviene tramite il vento o gli insetti, sviluppa un frutto secco detto achenio, provvisto di un ciuffo di peli bianchi che fa da paracadute per agevolare la dispersione dei semi. Questa pianta cresce soprattutto in zone dal clima temperato e predilige gli spazi aperti e soleggiati.
In cucina il tarassaco è molto apprezzato per le sue foglie, adatte a essere consumate crude in insalata o come verdura cotta. I boccioli possono essere usati per infusi e tisane, oppure conservati sotto aceto o sotto sale al posto dei capperi. Dai fiori si ricavano inoltre una marmellata e una gelatina chiamata anche miele di tarassaco.
I fiori si utilizzano anche per la preparazione di un vino officinale, ricco di vitamina C e molto popolare nei paesi anglosassoni: nel 1957 il celebre scrittore Ray Bradbury scrisse un libro intitolato appunto Dandelion Wine, “vino di tarassaco”; in onore di questo libro, nel 1971 gli astronauti dell’Apollo 15 diedero a un cratere della Luna il nome “Dandelion Crater”.
Il tarassaco è composto principalmente da proteine, acqua, zuccheri e ha un buon contenuto di Sali minerali (calcio, sodio, ferro, potassio) e di vitamine A, B, C, D e K.

Benefico per i gruppi 0, A e AB, neutro per il gruppo B.

Sia il dottor Mozzi che il dottor D’Adamo consigliano infusi ed estratti di erbe adatte al proprio gruppo sanguigno per stimolare il sistema immunitario.

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