Melagrana

La melagrana è il frutto dell’albero di melograno (Punica granatum), appartenente alla famiglia delle Punicaceae. Questa pianta, originaria dell’Asia sud-occidentale, è diffusa nel Mediterraneo sin dai tempi antichi. Il frutto è conosciuto anche come “Granata” e ha dato il nome al regno moresco di Granada dopo che gli arabi l’ebbero introdotto nella penisola iberica: ancora oggi la sua immagine compare nello stemma araldico della Spagna.
Presso gli antichi Egizi la melagrana era un frutto sacro, utilizzato nelle cerimonie funebri: ne sono stati trovati diversi resti archeologici nelle tombe dei faraoni. Gli Ebrei la consideravano il simbolo della giustizia e ritenevano che avesse 613 semi, lo stesso numero dei comandamenti della Torah.
I Greci credevano che l’albero di melograno fosse nato dal sangue del dio Bacco e associavano la melagrana alla fertilità. Una delle più famose leggende greche parla proprio di una melagrana: un giorno Ade, il dio dei morti, rapì in segreto la giovane Persefone per farne la sua sposa. La madre di Persefone era Demetra, la dea dell’agricoltura, che per la disperazione fece piombare la terra in un’eterna siccità. Nessuno sapeva dove si trovasse la fanciulla, ma alla fine Zeus lo scoprì e intimò ad Ade di liberarla. Ade acconsentì, ma prima di lasciarla andare offrì a Persefone un frutto di melagrana, poiché chi mangiava del cibo nel regno dei morti si sentiva inevitabilmente legato a quel luogo ed era costretto a tornare. Persefone mangiò solo sei chicchi di melagrana, ma furono sufficienti: da allora, secondo la leggenda, la fanciulla passa metà dell’anno (primavera ed estate) insieme alla madre e l’altra metà (autunno e inverno) nel regno dei morti insieme al marito.
Nella cultura cristiana la melagrana mantenne il suo significato simbolico legato alla fertilità: i pittori del Medioevo e del Rinascimento la disegnavano spesso nei loro quadri in mano a Gesù Bambino o alla Vergine Maria, come simbolo della nuova vita appena giunta sulla Terra e della resurrezione.

Melograno PIl Punica granatum è un albero a portamento cespuglioso, alto fino a 4 metri, con foglie di colore verde lucente e fiori rossi all’estremità dei rami. Il frutto è una bacca carnosa chiamata balausta, caratterizzata da una forma rotonda e da una buccia dura e coriacea. All’interno contiene molti semi carnosi (circa 600 per ogni frutto) ricoperti di una polpa rossa traslucida e separati tra loro da una sottile membrana. Esistono numerosissime varietà di melagrana, ma le più famose in Italia sono la Wonderful, la Dente di Cavallo, la Neirana, la Selinunte e la Profeta Partanna.
Le melagrane sono facilmente reperibili da settembre a novembre. Un buon metodo per sceglierle al momento dell’acquisto è soppesarle: devono essere più pesanti di quanto sembrino. Occorre anche controllare la buccia, che deve essere sottile e priva di macchie o ammaccature. Possono essere conservate a temperatura ambiente per circa una settimana, ma in frigorifero durano circa un mese.
I semi di melagrana, una volta spremuti, danno un succo molto dissetante, ma possono anche essere usati come ingrediente di diverse ricette: insalate, dessert, gelatine, marmellate. Il frutto intero è spesso impiegato anche come elemento decorativo per la tavola nei giorni di festa.
I principali componenti della melagrana sono acqua, proteine, fibre, zuccheri, Sali minerali (potassio, zinco, ferro, magnesio, calcio, sodio) e vitamine B1, B2, B3, B5, B6, C, E, K e J. Il suo contenuto di vitamina C è particolarmente elevato: una melagrana è in grado di fornire il 40% del fabbisogno giornaliero di questa vitamina. Da sempre questo frutto è considerato particolarmente benefico e oggi diversi studi clinici hanno confermato le sue proprietà astringenti, antibatteriche e antivirali.
Neutra per i gruppi 0 e A, sconsigliata per i gruppi B e AB.
Si consiglia l’uso di frutta biologica di stagione, preferibilmente d’estate.
Il dottor Mozzi consiglia di consumare la frutta da sola o in pasti a base di carne, pesce, uova o semi oleosi. Per le persone di gruppo 0 è preferibile non abusarne: può causare problemi articolari. Alle persone di gruppo B si sconsiglia di abbinarla ai cereali.

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