Curcuma

La Curcuma è un genere di piante erbacee, appartenenti alla famiglia delle Zingiberaceae (la stessa famiglia dello zenzero), che comprende circa 80 specie. La più conosciuta con questo nome, da cui si ricava l’omonima spezia, è la Curcuma longa.

Il suo nome deriva da diverse antiche lingue orientali tra cui il persiano (Kur-Kum), il sanscrito (Kum-Kuma), l’ebraico (Karkôm), l’assiro (Kurkanu). Un altro nome comune della pianta è turmerico, da cui deriva la parola inglese Turmeric. Considerata fondamentale, questa spezia era largamente usata dagli indiani già 4000 anni fa in cucina, come colorante per le stoffe, pianta medicinale e ingrediente di cosmetici per le nozze e per varie festività. Secondo la medicina orientale, la radice di curcuma possedeva enormi proprietà curative grazie al suo principio attivo, la curcumina, ed era ritenuta un rimedio molto efficace per i problemi al fegato, al cuore, all’apparato respiratorio e contro i vuoti di memoria.
In Europa la curcuma fu introdotta dagli Arabi e per molto tempo fu nota come “zafferano indiano”. Marco Polo la conobbe grazie ai suoi viaggi in Cina e la descrisse nel suo libro Il Milione. Nel Medioevo era utilizzata principalmente per la preparazione di coloranti alimentari e prodotti medicinali. La sua diffusione in Occidente divenne definitiva nel XVI secolo, grazie all’antica dottrina della Signatura Rerorum, ovvero “firma delle cose”. Questa teoria, celebre tra le popolazioni antiche e medievali, afferma che tutti i tipi di frutta e verdura presentano un’affinità con alcuni organi del corpo umano. Nel caso della curcuma, il suo colore giallo-arancio simile alla bile la rese popolare come rimedio contro l’itterizia e, in generale, per disintossicare il fegato.

La Curcuma longa è una pianta erbacea perenne che può raggiungere un’altezza di circa un metro. I suoi fiori sono raccolti in grandi infiorescenze e hanno un colore che varia dal verde al bianco-violaceo, mentre le foglie sono lunghe da 20 a 45 centimetri. La parte da cui si ricava la spezia è la radice (rizoma) ramificata, di forma cilindrica e di colore giallo o arancione. Cresce spontanea nell’Asia Meridionale, in zone dal clima tropicale, molto piovose e con temperature comprese tra i 20° e i 35°. Viene inoltre coltivata in numerose aree tropicali e subtropicali dell’Asia e dell’Africa. Il primo produttore mondiale è l’India.
Per ricavare la polvere di curcuma le radici vengono bollite, essiccate al forno o sotto il sole e poi schiacciate. È uno degli ingredienti principali del masala (una miscela di spezie tipica della cucina indiana conosciuta in Occidente come curry) e di molti piatti della cucina asiatica a base di carne e pesce, riso o zuppe, con la funzione di aromatizzare ma anche di dare colore alle pietanze.
Oltre che nel campo alimentare, la curcumina viene utilizzata come colorante naturale per carta, legno, tessuti e medicinali. É reperibile tutto l’anno e si vende essiccata, macinata oppure fresca.
La curcuma è una delle sostanze naturali più utilizzate nella medicina ayurvedica tradizionale, che le riconosce diverse proprietà curative: la radice della pianta viene applicata su ferite, punture e scottature per accelerare la cicatrizzazione; in India e in Cina si usa per disintossicare l’organismo, in particolare il fegato; allevia i dolori da artrite e infiammazioni articolari grazie alle sue proprietà antiossidanti e antinfiammatorie; rafforza il tessuto dei vasi sanguigni, apportando grandi benefici all’apparato cardiocircolatorio.
Insieme alla preziosa cucumina, la radice di curcuma contiene fibre, proteine, Sali minerali (calcio, sodio, potassio, fosforo, magnesio, ferro, zinco) e vitamine B1, B2, B3, B6, C, E, K e J.

Benefica per il gruppo 0, neutra per i gruppi A, B e AB.

Il dottor D’Adamo consiglia la curcuma alle persone di gruppo 0 per prevenire le malattie infiammatorie e un’eccessiva acidità di stomaco.

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