Ancora sul fruttosio e sulle sue inquietanti mutazioni
Continua il nostro viaggio nel complesso mondo degli zuccheri, come farci sfuggire la possibilità di una testimonianza “doc” (in tutti i sensi) , quale quella che ci può dare Manuela delle Noci, di cui apprezziamo il lavoro di endocrinologa e che interpreta quel modello di “professionisti” che sanno integrare la Medicina ufficiale con la prassi legata alla Teoria dei gruppi sanguigni: Manuela il fruttosio lo conosce bene, essendo una appassionata della corsa “nella natura “ e una reoconfessa amante della frutta , quello che segue sono le sue testuali parole che citiamo in virgolettato “…… Il glucosio è una molecola polarizzata, per passare attraverso la membrana lipidica delle cellule si avvale di particolari canali detti GLUT (GlucosioTrasportatori), che sono parecchi, nel muscolo quello che prevale é il GLUT4, un canale sensibile all’ insulina, questo canale si spalanca alla presenza dell’insulina ma se questa risulta presente in maniera continua il muscolo “ fa la faccia di cuoio “ e diventa insulino resistente, se i proprietari dei muscoli, li mettono un po’ a stecchetto di zuccheri, li faranno scattare consumando le scorte di glucosio affastellate (GLICOGENO)…..in questo modo “ ……i GLUT4 non solo si mettono sull ‘attenti facendo un Inchino all ‘insulina , ma le dicono “prego non ti scomodare, apro io, faccio entrare io un po’ di glucosio senza il tuo aiuto così ti riposi un po’ ( in realtà a riposarsi è la procreatrici dell’insulina, la beta cellula pancreatica)……
“…. Il GLUT 4 è il canale presente nel tessuto muscolare e adiposo che capta il Glucosio sotto lo stimolo dell ’insulina. Il muscolo è dotato anche del GLUT 5, il canale che capta il fruttosio, ma se nel circolo ematico viaggiano glucosio e fruttosio assieme, il muscolo predilige captare glucosio (attraverso GLUT 4, mentre GLUT 5 rimane praticamente chiuso) perché questo è il metabolita di elezione nonché l’ unico che può esser trasformato in glicogeno (scorta di glucosio muscolare ed epatica) .
….” Il fruttosio quindi rimarrà inutilizzato e dovrà esser smaltito dal fegat0, da notare che durante la permanenza in circolo, il fruttosio aumenta i livelli di AGE( “prodotti di glicosilazione avanzata” ), lavoro che gli riesce ancor meglio rispetto al glucosio: alle prese col fruttosio in eccesso, il fegato produce trigliceridi e acido urico ed inoltre, bloccandosi la sintesi di glicogeno , via metabolica diametralmente opposta alla sintesi degli acidi grassi FFA (precursori dei trigliceridi), rallenta il metabolismo epatico del glucosio necessario per mantenere la glicemia sotto controllo. ….
“…..Ultimo ma non meno importante, il fruttosio pare esser incapace di stimolare la Leptina, neuropeptide ormonale deputato alla sazietá, al controllo metabolico e dell’ obesità, quindi sebbene il fruttosio non stimoli direttamente la via dell’ insulina (secreta dal pancreas che capta glucosio attraverso il canale GLUT 2), esso peggiora il controllo glicemico e metabolico in diverse maniere, interferendo negativamente nel metabolismo epatico e del tessuto adiposo…..”
Insomma , come si può percepire dalla spiegazione di Manuela delle Noci, il fruttosio può causare veri disastri, e non solo per i diabetici……
Cosa deduciamo da tutto ciò:
1) mai esagerare col fruttosio (quindi limitare il consumo di frutta)
2) se assumiamo fruttosio , dobbiamo cercare di consumarlo attraverso l’ attività fisica ( quindi mangiare la frutta prima e durante, non dopo quando ci abbattiamo sul divano)
3) mai abbinare fruttosio ad altri carboidrati ( no saccottino, no crostatina, nemmeno lo strudel)
4) il fruttosio in eccesso alza trigliceridi e acidi urici , oltre alla glicemia ( conferma dell’articolo precedente)
Infine ecco una serie di “sintomi” che possono facilmente essere correlati, in estate all’ eccesso di frutta e alle sue errate combinazioni (“macedonie” e mix vari, frutta e cereali, frutta e bevande zuccherate e gasate): tosse secca e stizzosa, attacchi di cervicale, ipotensione ortostatica e corteo di sintomi vagali, sete continua e conseguente gonfiore, disturbi addominali, stanchezza e crampi……
Adesso che sappiamo un po’ di cose su questo dolce veleno , torniamo alla vita di tutti i giorni, siamo al supermercato , stiamo curiosando tra vari prodotti che ci dicono “ mangiami, mangiami” e ci imbattiamo in una sigla , HFCS , ovvero -High Fructose Corn Syrup, questa sigla è purtroppo quasi onnipresente nelle etichette dei prodotti che compriamo , in pochi sanno cos’è realmente, a cosa serva, da dove derivi e soprattutto cosa faccia, in realtà lo sciroppo di glucosio-fruttosio chiamato anche isomalto, è prodotto dal mais, in particolare dall’amido di mais: tramite l’uso di composti chimici o enzimi a partire dalla lunga catena di molecole di glucosio che formano l’amido, si arriva ad una soluzione, lo sciroppo, che contiene oltre al glucosio percentuali variabili di fruttosio , dal 45 al 55%, quello che ovviamente non troveremo scritto è un cubitale STARE ALLA LARGA da questo prodotto, vediamo il perchè.
Come ci ha già spiegato Manuela, il fruttosio, non stimola la secrezione di ormoni che regolano l’appetito: in pratica non arriva mai, o con molto ritardo, il senso di sazietà, quindi introducendo HFCS è facile mangiare senza sentirsi sazi, quindi mangiare di più, questo è uno dei meccanismi che produce l’ obesità delle persone che fanno uso di cibi detti junkfood, ovvero i cibi spazzatura, prodotti industrialmente , quasi sempre contenenti dosi di HFCS, a loro volta le industrie alimentari usano questo dolcificante perché costa molto meno degli altri zuccheri in circolazione, migliora la resa ( rende i prodotti più soffici) e ne consente una più lunga conservazione, insomma una escalation di condizioni avverse all’utilizzatore finale , in termini di qualità / prodotto, ma con una ricaduta estremamente positiva per chi lo produce, guadagno alto, agricoltura di sfruttamento, inquinante ed eticamente scorretta.
Abbiamo parlato di alto tasso di obesità negli Stati Uniti, che sono da sempre l’avanguardia del mondo Occidentale, nei suoi fenomeni sia belli che brutti, ebbene, negli Stati Uniti, lo sciroppo di mais ad alto fruttosio viene utilizzato comunemente nei cibi pronti in sostituzione dello zucchero, pertanto, considerando lo stile di vita e le abitudini specifiche , annualmente, l’uomo medio americano assume la sorprendente cifra di circa 20 chili di sciroppo di mais ad alto fruttosio, ed è stato aggiunto ad una sempre crescente varietà di cibi (pane, cereali, bevande gassate e condimenti), questa tendenza si sta progressivamente estendendo anche in Europa, la raccomandazione di leggere sempre le etichette è d’obbligo, a questo punto.
Oltre alle motivazioni esposte, esiste un ulteriore motivo per stare alla larga dallo sciroppo di glucosio: Il mais da cui deriva lo sciroppo ad alto fruttosio può essere geneticamente modificato.
Segnaliamo, se mai non ce ne fosse bisogno che le politiche che interessano l’economia della produzione del mais sono in continua crescita (sussidi, tariffe e norme), così come gli effetti dell’agricoltura di mais intensiva sull’ambiente( dispendio idrico fuori misura).
Infine un ripasso di termini: quando si legge che una bevanda o un alimento è “naturale” non significa che necessariamente sia anche “salutare”, ad esempio lo sciroppo di mais è un prodotto naturale, perché ricavato da un elemento presente in natura, ma abbiamo visto con quali pregiudiziali a suo carico.
La parola “biologico” al contrario, potrebbe fungere da “garanzia” circa la presenza di HFCS nei prodotti che scegliamo, infatti gli alimenti biologici devono contenere il 95% di ingredienti biologici, in termini di peso o di volume, escludendo l’acqua ed il sale, il rimanente 5% deve essere contenuto in una lista di sostanze permesse, e lo sciroppo di glucosio non compare in queste liste, a meno che non sia anch’esso biologico al 100%, ma abbiamo visto che questo non è possibile.
A cura di Rita Cavalca
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!