LINFOMI

Il dottor Mozzi spiega come prevenire e combattere queste pericolose patologie

Il termine “linfoma” viene usato per indicare un gruppo di tumori maligni che colpiscono i linfonodi e l’apparato linfo-ghiandolare.

A differenza della leucemia, con cui viene spesso confuso, il linfoma si può riconoscere dalla concentrazione della massa tumorale in una precisa area linfoide.

I linfomi sono classificati in due categorie: il linfoma di Hodgkin e il linfoma non Hodgkin. La differenza è che il linfoma di Hodgkin presenta delle cellule anomale, chiamate cellule Reed-Sternberg, che non si sviluppano nel non Hodgkin. Questa piccola differenza si rivela di capitale importanza per poter arrivare a una diagnosi corretta e stabilire la terapia individuale più adatta alle esigenze del paziente.

I linfomi si possono classificare anche in base al decorso della malattia: in questo caso si parla di linfomi dolenti (o aggressivi) e di linfomi indolenti. Nel caso dei linfomi dolenti, il decorso è molto più rapido e l’organismo del paziente ne risulta facilmente indebolito in fretta. Questo tipo di linfomi possono risultare fatali se non vengono curati quanto prima, ma possono guarire altrettanto rapidamente se diagnosticati in tempo. I linfomi indolenti, invece, sono caratterizzati da un decorso così lieve che un paziente potrebbe non accorgersi della sua presenza addirittura per anni. Ciononostante, devono essere affrontati con una terapia abbastanza complessa, senza la garanzia di una completa guarigione.

Può succedere abbastanza spesso che il linfoma si presenti in forma asintomatica, soprattutto nella fase iniziale della patologia. Tuttavia, ci sono anche alcuni sintomi che si possono presentare: ingrossamento dei linfonodi di collo, ascelle o inguine, febbre, sudorazione notturna, stanchezza, una consistente perdita di peso nel giro di pochi mesi, tosse e difficoltà respiratorie.

Le cause del linfoma di Hodgkin non sono ancora del tutto chiare. Il linfoma non Hodgkin si sviluppa quando l’organismo produce un eccesso anomalo di linfociti, che non muoiono come previsto dal loro ciclo naturale ma continuano a crescere e a riprodursi, creando degli accumuli negli organi vitali del sistema linfatico.

La diagnosi avviene attraverso una serie di esami specifici. Innanzitutto, si effettua una visita medica per valutare la dimensione dei linfonodi, la loro localizzazione e se si sia verificato un ingrandimento del fegato o della milza. Si effettuano poi degli esami del sangue e delle urine, per escludere la presenza di infezioni. Successivamente, una biopsia dei linfonodi e un esame radiologico permetteranno di individuare la tipologia del linfoma, la sua estensione e fino a quale stadio si sia sviluppato.

Attualmente, la cura per i linfomi si effettua tramite radioterapia, chemioterapia o entrambe. I medici stanno studiando nuovi e più efficaci metodi, allo scopo di eliminare con precisione solo le cellule maligne, senza intaccare quelle sane e riducendo drasticamente gli effetti collaterali. Alcune ricerche in questo campo si stanno concentrando sull’immunoterapia: si tratta di sostanze biologiche in grado di stimolare il sistema immunitario dell’organismo, facendo in modo che distrugga solo le cellule colpite da linfoma.

Secondo il dottor Mozzi, la comparsa dei linfomi sarebbe correlata principalmente a cereali, dolci e zuccheri della frutta, unitamente a una carenza di proteine adeguate. Questo perché, spiega il dottore, il nostro sistema immunitario è a base proteica. Per questo motivo, quando si verifica una carenza di proteine, le nostre difese si indeboliscono e l’organismo viene colpito da patologie anche gravi, come le formazioni tumorali. In particolare il gruppo 0 soffre molto la carenza di proteine in favore di un eccesso di carboidrati.

Il dottore consiglia dunque di preferire carne, pesce, uova, legumi e sostituire la frutta con la verdura. Se si consumano cereali senza glutine compatibili con il proprio gruppo, il dottore consiglia comunque, in caso di sintomi, di sospenderli temporaneamente e osservare eventuali cambiamenti nell’organismo.

Alle persone di gruppo B, il dottore consiglia di evitare dolci e biscotti (anche quelli contenenti dolcificante), riso e altri cereali (in particolare la crusca). Mangiare uova anche tutti i giorni, pesce, agnello e fagioli bianchi di Spagna come sostituto dei farinacei. Se si desidera mangiare del pane, provare quello di quinoa.

Tuttavia, per individuare la causa è bene ricordare che un tumore sopraggiunge dopo un prolungato contatto quotidiano con alimenti intossicanti. Bisogna inoltre tenere a mente che, anche dopo l’avvenuta guarigione, il linfoma si può ripresentare se si riacquistano abitudini alimentari dannose. Il dottore raccomanda di non abbassare la guardia e mantenere un’alimentazione a base di proteine compatibili con il nostro gruppo sanguigno. È sufficiente anche un contatto minimo ma regolare con sostanze nocive per vedere la malattia ripresentarsi anche numerose volte. Per monitorare lo stato dei linfomi è bene sottoporsi ad esami del sangue regolari.

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