Fagioli dell’occhio

Il nome di questo particolare tipo di fagiolo, che appare di colore chiaro, piccolo, ricoperto da una buccia sottile, è dovuto ad un particolare dell’aspetto del legume, il quale presenta una macchia nera, che ricorda appunto un occhio, nel punto in cui si attacca al baccello.

Il fagiolo dell’occhio è l’unico fagiolo autoctono del Vecchio Mondo, essendo originario di Asia e Africa. Sia i Greci sia i Romani ne facevano un gran uso, come testimoniano il testo De re coquinaria di Apicio. Venne coltivato in Italia già durante il medioevo. Dalla seconda metà dell’800 fino agli anni ’40 del ‘900 i fagioli impedirono alle popolazioni del Veneto e della Pianura Padana di ammalarsi di pellagra rimpiazzando la carenza di carne nell’alimentazione, cosa di cui i contadini erano certo consapevoli, come testimonia la diffusione di coltivazioni di questo legume avvenuta a quel tempo. Ad oggi il consumo di questo alimento si è drasticamente ridotto, confinando le sue coltivazioni in territori ristretti come la Valle de Sele, negli Alburni e in provincia di Salerno.
Quelli che troviamo oggi in commercio provengono quasi tutti dalla Nigeria.

La pianta dalla quale cresce il fagiolo dell’occhio è la Vigna unguicula, pianta originaria delle Americhe della famiglia delle Leguminose (o Fabacee). La sua altezza è di circa 60 cm, i fiori sono di colore bianco e si aprono al mattino per poi richiudersi nel pomeriggio; le foglie sono costituite da tre lembi appuntiti e sono di un verde lucido. I baccelli sono lunghi, anch’essi di un bel colore verde con striature violette.
Questa pianta ama il caldo e i terreni ricchi di sostanza organica, ma non richiede eccessive cure e può essere bagnata raramente.
Il momento della semina è intorno a maggio nelle regioni più calde, e intorno a luglio nelle più fredde; si può raccogliere sia fresco che secco da luglio a settembre.

I fagioli dell’occhio, come i fagioli borlotti loro stretti parenti, sono costituiti per il 23% circa di proteine e per il 18% circa di fibre. Contengono inoltre le vitamine A, B, C ed E, sali minerali e oligominerali come potassio, ferro, calcio, zinco e fosforo; sono infine ricchi di lecitina.

Si può consumare sia il baccello intero sia i legumi previa cottura per bollitura o in umido; rispetto ad altri fagioli i tempi sono ridotti rendendo questo tipo di legumi particolarmente diffuso nelle antiche ricette di zuppe e stufati.

Fra gli eventi dedicati a questo cibo ricordiamo

La sagra del fagiolo IGP a Sarconi (PO)
La sagra dei fagioli con le cotiche a Monte Santa Maria Tiberina (PG)

Per una corretta alimentazione si consiglia di abbinare i legumi a carne, pesce, uova e verdure. Si sconsiglia l’abbinamento con latticini, cereali, frutta, bevande contenenti zucchero (es. vino, birra, caffè e tè zuccherati..). Per l’alto contenuto di carboidrati, è preferibile moderare il consumo a cena se dopo non si svolge nessuna attività fisica.

Da preferire quelli biologici di buona qualità.

Benefici per il gruppo 0 e A, sconsigliati per i gruppi B e AB