Anemia Mediterranea – Come migliorare con la dieta
La Talassemia , o beta talassemia o anemia mediterranea è una malattia genetica, viene trasmessa dai genitori, uno o entrambe portatori della stessa, e ha diversi gradi di severità, la più grave, detta anche morbo di Cooley, il pediatra americano della Wayne University S.U. che la individuò dal complesso capitolo delle anemie spleniche infantili in soggetti di origine mediterranea .
In pratica i talassemici hanno un difetto di formazione dell’emoglobina con una produzione inferiore al normale dei globuli rossi, questo comporta una scarsa ossigenazione dei tessuti con conseguente sollecitazione del midollo osseo, soprattutto a livello delle ossa craniche. La scarsa ossigenazione dei tessuti provoca stanchezza e scarso accrescimento. Per garantire la sopravvivenza il paziente deve essere periodicamente sottoposto a trasfusioni di globuli rossi.
L’accumulo di ferro che consegue alle continue trasfusioni provoca un danno ai tessuti del cuore e delle ghiandole, per questi motivi i pazienti affetti dal morbo di Cooley hanno una aspettativa di vita più bassa rispetto alla popolazione generale
Esistono vari gradi di gravità della malattia, quelli descritti sopra sono la forma più temibile e possono manifestarsi solo nel caso in cui entrambe i genitori siano portatori , anche sani della malattia, oggi gli screening prenatali e la possibilità di trapianto di midollo già in età infantile hanno ridotto moltissimo la tipologia più grave , restano invece le tipologie minori , più attenuate denominate talassemie minor fino alle cosiddette microcitemie, denotate da una forma atipica dei globuli rossi e soprattutto da una loro ridotta grandezza.
Esistono diverse teorie, nella letteratura medica, sulla genesi della malattia e sulla sua diffusione, una malattia presente nell’uomo da 10.000 la cui diffusione e la cui concentrazione in particolari luoghi del pianeta è fatta risalire alla presenza della malaria, endemica nelle zone paludose, talassemia e malaria sembra siano state in particolari circostanze, una sorta di modalità di sopravvivenza della specie umana , essendo i talassemici immuni dagli effetti del morso della zanzara anofele, attraverso il quale è inoculato il virus della malaria.
Il rapporto che lega queste due malattie , una genetica e una infettiva deriva dal fatto che il soggetto talassemico, risulta molto più difficilmente contagiabile dalla malaria rispetto ad un soggetto normale, questa cosa in un certo senso ha operato una protezione, nelle popolazioni delle zone malariche piuttosto che una condanna .
Per questo motivo, in ambiente malarico, le coppie di talassemici avevano maggiori probabilità delle coppie sane di avere una discendenza e perciò l’anomalia genetica poté ampiamente diffondersi proprio nelle zone malariche, la vasta diffusione della talassemia può per la teoria sopra esposta, essere giustificata solo dalla presenza della malaria, non essendo infatti stati fino ad ora identificati altri vantaggi che spiegherebbero una sua sopravvivenza ed essendo escluso che i soggetti possano aver un indice di fertilità più alto degli individui sani.
Gli studi concentrano le linee di diffusione della talassemia in tempi e luoghi in cui vi è testimoniata la presenza della malaria, in quanto , a detta degli studiosi, questa mutazione genetica sarebbe stata destinata a scomparire nel l’arco di un centinaio di generazioni.
Esistono invero obiezioni circa la presenza di focolai talassemici in regioni non interessate dalla malaria, focolai riscontrati in Bulgaria, India e Cina , ma la Scienza non sembra trovare spiegazioni plausibili , forse perché, e qui entriamo nel merito della teoria ipotizzata da Mozzi, la medicina ufficiale è sempre ed inspiegabilmente restia nel considerare l’alimentazione un parametro e una possibile causa di malattie.
Il fatto che proprio il bacino del Mediterraneo sia teatro privilegiato di diffusione di quella che ne ha preso anche il nome , Anemia Mediterranea, coincide con una popolazione naturalmente dedita all’agricoltura e, di conseguenza fatta da “ grandi mangiatori di frumento” , se mai come spesso auspicato, qualcuno si volesse prendere la briga di studiarne, sarebbe forse possibile stabilire le connessioni di causa effetto tra talassemia e consumo di cereali contenenti glutine.
– Nei documenti audio che riportiamo, ci sono testimonianze di come un’alimentazione che rispetta le caratteristiche del gruppo sanguigno e che esclude l’utilizzo di cereali con glutine, possa limitare il danno genetico, in particolare la microcitemia sembra essere mantenuta entro limiti tollerabili, tutto ciò è verificabile dal miglioramento del range del valore globulare medio e dell’ematrocrito , come pure l’attenuazione della stanchezza , uno dei sintomi invalidanti della malattia.
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In questo video il dottor Mozzi ne parla a ore 1 e minuti 32.48 dall’inizio filmato
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