Tiroide come curare con la dieta Mozzi
Una indagine epidemiologica condotta nel 2013 ci racconta che gli italiani con problemi alla tiroide sono circa 6 milioni, la qual cosa risulta essere un numero altissimo e in continua crescita.
Sono diversi “I campanelli d’allarme” per questa patologia ma spesso non sono facilmente riconoscibili: un sottile nervosismo, un gonfiore al collo che non si spiega, l’ago della bilancia che va su e giù, stanchezza , mente annebbiata, sono però “sintomi” che possono avere molte altre origini e poi sono estremamente soggettivi e come tali hanno una intensità e una pregnanza difficilmente attribuibili ad una precisa causa.
La tiroide è una ghiandola , vagamente a forma di farfalla , la sua struttura è follicolare, ovvero costituita da milioni di vescicole, i follicoli appunto all’interno delle quali vengono immagazzinati gli ormoni tiroidei.
E’ situata alla base del collo e la sua presenza ed efficienza incide sul consumo di energia del nostro corpo: sulla temperatura, sul ritmo cardiaco, sul sistema nervoso, sull’apparato digerente, sul tono, sulla pelle …. insomma, le sue funzioni sono molteplici.
Gli ormoni che produce permettono di impartire il ritmo a tutto l’organismo e i disturbi alla tiroide possono colpire sia gli uomini che le donne.
E’ stato rilevato che certi periodi della vita sono più soggetti a registrare una alterazione di questa ghiandola, questo comporta la necessità di una attento monitoraggio diagnostico.
L’adolescenza è una delle fasi in cui questa malattia può presentarsi, spesso è legata a carenze nell’utilizzo dello iodio, occorre quindi prestare attenzione alla crescita, alle alterazioni del carattere, al ritardo della pubertà, alle difficoltà scolastiche e a un aumento di volume della ghiandola che potrebbe comparire nell’adolescente.
Un’altra fase delicata è certamente rappresentata dalla gravidanza. Durante questo periodo, la tiroide funziona in modo più intenso, soprattutto per fornire al feto gli ormoni tiroidei necessari per lo sviluppo neurologico e psicomotorio. Nell’anno successivo alla gravidanza, possono comparire malattie a carico della tiroide e quindi è necessario intensificare il monitoraggio.
Anche la menopausa è un periodo critico, accompagnato da manifestazioni direttamente collegate alla scomparsa degli ormoni sessuali come alterazioni del carattere, aumento ponderale, secchezza vaginale, insonnia, vampate di calore: si stima che una donna su sei di età compresa tra 45 e 60 anni e quasi una donna su cinque tra i 50 e i 60 anni soffrirà di disfunzioni tiroidee, principalmente di ipotiroidismo.
Infine dopo i 60 anni, il 10 – 15% della popolazione è colpita da ipotiroidismo, mentre l’1 – 3% da ipertiroidismo. Con l’avanzare dell’età, tuttavia le manifestazioni di questo disturbo diventano più discrete e possono più facilmente essere attribuite alla vecchiaia.
Assodato che la tiroide giochi un ruolo importante sulla nostra salute, diciamo che la medicina ufficiale , pur “ sfoggiando” una conoscenza impeccabile e dettagliata del sistema ormonale e dei suoi delicati meccanismi , continua a proporre le solite soluzioni farmacologiche, spesso inefficaci, sovente provvisorie e talvolta “dopanti” , tenendo a portata di mano la magica arma di riserva, ovvero la proposta di rimozione drastica della ghiandola mal funzionante, accusata di andare contro il corpo, e di essere perciò la causa di tutti i problemi, in pratica lo schema fisso e classico è il passaggio dal farmaco al bisturi.
Si ripresenta un modello già visto, che spesso Mozzi cita come esempio di “cattiva cultura medica”, ovvero il ritenere che si possa fare a meno di certe nostre ghiandole, quasi che la natura ce le abbia fornite come un optional o come accessorio voluttuario, senza una funzioni precisa.
Invero, queste ghiandole hanno il compito di secernere quelle speciali sostanze che chiamiamo ormoni, che regolano l’armonia, l’equilibrio e l’efficienza dell’intero organismo.
Le ghiandole , tra le altre cose che fanno, servono a distruggere ed eliminare le sostanze estranee, partecipano quindi al nostro sistema immunitario.
Come il fegato filtra i prodotti della digestione e ne trattiene le impurità, espellendole con la bile della cistifellea, così la milza filtra il sangue e lo ripulisce dai “veleni “ che troppo spesso ingeriamo, anche sottoforma di farmaci, come gli antibiotici ecc, per non parlare dei vaccini , le tonsille, sentinelle del sangue, distruggono le sostanze estranee ma anche quelle di provenienza interna.
La tiroide partecipa a quello che è stato definito asse ipotalamo-pineale-ipofisi-tiroide-timo-fegato-pancreas-adrenali-sessuali, ha funzioni regolatrici della temperatura corporea, della crescita, del metabolismo, dell’equilibrio acido-alcalino.
In questo sofisticato sistema di pesi e contrappesi che la Natura ci ha fornito, è evidente che se si tocca una cosa, si possono creare decine di contraccolpi imprevisti nei dintorni. Le anormalità nei valori e nella funzionalità delle varie ghiandole sono in diretta dipendenza delle funzioni gastrointestinali, delle funzioni respiratorie ed epidermiche ,della psiche , dell’emotività ecc.
La tiroide è formata da follicoli le cui pareti sono costituite da un epitelio cilindrico (cellule follicolari) il cui lume è riempito di materiale colloidale, contenente una sostanza proteica , la tireoglobulina. La sintesi degli ormoni tiroidei avviene nelle cellule follicolari e richiede presenza di iodio organicato e di tireoglobulina.
Lo iodio si prende giornalmente col cibo sottoforma di iodina, in misura di circa 150 microgrammi al giorno. La scarsezza di iodio può portare a gravi forme di insufficienza tiroidea, a carenze di sviluppo e persino al cretinismo vero e proprio, condizione presente soprattutto nel passato , in tempi in cui mancavan o supporti diagnostici applicati a particolari condizioni fisiche /ambientali.
Se la scarsezza di iodio è temibile, lo è anche il suo eccesso , quindi bisogna lasciar perdere la tentazione di far da sé decidendo di incrementare questo elemento , che si trova in natura come iodio organico assimilabile, i cibi che ne contengono di più sono le foglie di rapa , la zucca, l’anguria , il cetriolo , gli spinaci, le alghe secche ne contengono moltissimo, infatti vanno assunte con molta cautela e non quotidianamente, anche se non si hanno patologie .
All’interno dei follicoli lo iodio viene ossidato e incorporato nella tireoglobulina , questo processo si chiama “iodazione” e da luogo alla formazione di specifiche molecole (monoiodotirosina o MIT e diiodotirosina o DIT ) che accoppiandosi variamente tra loro determinano il T3 e il T4 , rispettivamente triiodotironina e tetraiodotironina, che sono poi i cosiddetti ormoni tiroidei.
La loro sintesi è controllata dal TSH, (thyroid stimulating hormone), secreto dall’ipofisi , il quale si lega al suo specifico recettore TSHr situato sulla superficie delle cellule follicolari. La secrezione del TSH da parte dell’ipofisi è a sua volta regolata dal TRH (thyroid releasing hormone) originato dalla tirotropina dell’ipotalamo.
Gli ormoni tiroidei in circolazione inibiscono e regolano il flusso di TSH e TRH grazie a un meccanismo di “autoregolazione o feed-back negativo” che permette di mantenere adeguati gli ormoni tiroidei T4 e T3 in circolo, col T3 a rappresentare la forma attiva ed operazionale dell’ormone tiroideo….. Solo lo 0,04% della T4 e lo 0,4% della T3 circolano in forma libera, e sono responsabili dell’attività ormonale sottoforma di FT4 (free tetraiodothyronine), e di FT3 (free triiodothyronine).
Gli ormoni tiroidei sono trasportati all’interno delle cellule, nelle quali la T4 viene convertita in T3 da un enzima ( penta-desiodasi) , Il recettore della T3 (chiamato T3r) ha una porzione che lega sequenze di Dna col TREE (thyroid hormone responsive element), ed è proprio il legame T3r-TREE a causare l’aumento o la diminuzione della velocità di trascrizione di geni specifici, l’incremento o il decremento della velocità di movimento, dell’intensità o del rallentamento della vita.
Oltre agli ormoni tiroidei ci sono anche gli anti-ormoni, ovvero antigeni, i principali sono la tireoglobulina (TG), la perossidasi o thyroid per ossidasi (TPO), il recettore TSHr, e gli stessi ormoni tiroidei T3 e T4.
Come si può notare una roba assai complessa per i non addetti ai lavori, che sta però a testimoniare anche l’estrema complessità della materia endocrinologica e della sua applicazione, le tiroiditi congenite, autoimmuni, iatrogene, da radiazioni, da infiammazioni, da lesioni vascolari, da neoplasie, fino alle tipologie ipertiroidee di Basedow (o di Graves), o a quelle ipotiroidee di Hashimoto, di Riedel e di De Quervain, sono tutte patologie che hanno la tiroide come grande implicato ma anche tutto il suo asse con gli altri organi escretori , ipofisi, ipotalamo ecc, se il loro delicato equilibrio viene intaccato è evidente la difficoltà di ripristinarlo, un po’ come avviene nel gioco del domino, sposti una tessera e viene giù tutta la complicata struttura……
Adesso che abbiamo “visto” tutto quello che gira intorno e dentro la tiroide, dobbiamo sapere che gli ormoni tiroidei causano un aumento del metabolismo (aumento produzione calore e aumento consumo di ossigeno) grazie all’incremento di attività della pompa sodio-potassio (ATP dipendente), all’aumentata attività dei recettori beta-andrenergici a livello cardiaco, all’aumento del muscolo scheletrico e del tessuto adiposo (che amplifica l’azione delle catecolamine ), all’aumento della motilità intestinale, all’aumento della gluconeogenesi ossea ed epatica, all’aumentato assorbimento intestinale del glucosio, e all’aumento della lipolisi da parte degli stimolati recettori epatici nei confronti del colesterolo LDL.
Tutti questi effetti a catena che abbiamo sommariamente descritto vengono spesso sostituiti, da farmaci propinati “per tutta la vita” e che , in caso di asportazione della tiroide stessa… sostituirebbero la funzione tiroidea ( il condizionale non solo è d’obbligo ma anche fortemente dubitativo). In realtà la tiroide anche se sballata non dovrebbe essere considerata come un dente da togliere o da otturare, ma per quello che è, uno strumento nobile del nostro corpo , una cosa da capire, riequilibrare, eventualmente sottoporre ad auto-taratura, una taratura che in pratica nessuno è in grado di realizzare , se si eccettua il sistema immunitario.
Noi “mozziani” sappiamo che le disfunzioni, i sovvertimenti dei valori tiroidei non arrivano a caso, per colpa di qualche “Saturno contro” e forse c’entra anche meno di quanto si creda il collasso della centrale di Chernobyl, invece contano , individualmente, gli anni di macroscopici errori di percorso alimentare, anche nostro malgrado …..
A parte forse i bambini, per i quali è lecito parlare di “condizioni genetiche “ favorenti , oltre però a qualche prevedibile errore alimentare , è la mala-alimentazione , spesso dovuta ad eccessi di qualcosa piuttosto che in difetto di qualcos’altro a destabilizzare la tiroide….
Spesso chi si ammala ha speso anni in attività frenetiche e stressanti, condotti quasi sempre in stato di leucocitosi (leggi frutta a go go), di dissesto intestinale ecc ecc, mangiando cibi sbagliati, senza verdure fresche , fibre, inuline acqua buona, fitonutrienti naturali, proteine adatte al proprio tipo.
Vediamo quindi cosa dice Mozzi per recuperare un buon funzionamento della tiroide: gli alimenti da evitare, nel senso proprio di “bandire” dal proprio repertorio alimentare sono i cereali, anche quelli che non contengono glutine, come il riso, i dolci e la frutta, in maniera secondaria anche latte e latticini , anche per i gruppi che li tollerano (B e AB), mentre vanno incentivate le proteine animali adatte al gruppo sanguigno di riferimento.
Non basta, la tiroide mal sopporta i cibi ricchi di amido, ( per quello abbiamo menzionato il riso), poi tutta la famiglia delle patate, ma anche le patate dolci, non vanno bene così come le castagne , insomma , dove c’è amido la tiroide si ribella.
Come noto esistono gli pseudocereali come l’amaranto e la quinoa che non hanno glutine e un quantitativo di amido minimo, anch’essi però sono da consumarsi , compatibilmente con le tolleranze del gruppo sanguigno( quinoa si per tutti, amaranto no per gr B) , sporadicamente, comunque mai di sera.
Anche per la frutta secca (noci, nocciole, mandorle, semi vari) il consumo deve essere moderato. Ovviamente ( non vanno bene per nessuno ma ancora di più per chi ha patologia tiroidea) . Si deve stare alla larga da amido di mais e maltodestrine, bisogna in questo senso controllare gli eccipienti di molti farmaci, alcuni anche elettivi per la cura della tiroide perchè contengono amido di mais e lattosio. Per i farmaci indispensabili il dott. Mozzi consiglia di assumere quelli che non contengono questi eccipienti.
I nemici giurati per la tiroide sono , come detto gli zuccheri, inclusa la frutta che contiene fruttosio , uno degli zuccheri più nocivi per chi ha patologia tiroidea, ma anche il “buon miele” non va affatto bene, così come lo sciroppo d’acero e il succo d’agave, Mozzi, interpellato esplicitamente, ha mosso dubbi anche per la stevia, soprattutto per le modalità con cui viene trattata e resa commerciabile, ovviamente i dolcificanti di sintesi sono tutti “ off limits”, fuori gioco, per i motivi che tutti conoscono , indipendentemente dalla patologia tiroidea ma a maggior ragione per essa.
Tutti i dolciumi, quindi, anche quelli in qualche modo “consentiti” in altri contesti, per chi ha problemi di tiroide vanno evitati: non disperate, consideratela una lezione Karmica, dopo sarete probabilmente compensati per questo…..
Ricapitolando, gli alimenti “ideali” per chi ha patologia tiroidea sono le proteine della carne, del pesce ( soprattutto crudo) , le uova e le verdure , specialmente i radicchi, le catalogne, finocchi, scarole, cipolle, bi radici amare, ecc. …Da limitare quelle troppo zuccherine come le barbabietole, carote…
Un capitolo a parte riguarda i legumi, che Mozzi consiglia, mentre altrove, altre scuole di pensiero, considerano i legumi “gozzigeni” per via degli anti nutrienti che contengono (leggi fitati) .
I legumi devono essere adatti al gruppo sanguigno, ben sciacquati e ammollati e cotti fino a raggiungere il giusto grado di consistenza, l’indicazione di massima è quella di “ testarli”, soprattutto per la frequenza nel consumo : qualcuno li può consumare anche quotidianamente, in dosi congrue, qualcuno solo alcune volte alla settimana, qualcuno molto sporadicamente, in tutti i casi ognuno deve sperimentare la propria tolleranza individuale. Per la soia il discorso è ancora “aperto” , la soia non gode di grandissima fama in termini di compatibilità con la patologia tiroidea, Mozzi però a differenza di altri non la demonizza, anche se la problematica si restringe sostanzialmente al gr A l’unico che la tollera .
Tornando alla nostra tiroide, testimonianze diverse raccontano incredibili miglioramenti e in certi casi anche vere e proprie guarigioni, ovvero il ripristino di valori ottimali con questa alimentazione, spartana ma estremamente “sana”.
Bene l’attività fisica, non serve vincere le gare, ma fare del sano movimento, banalmente lasciare l’auto distante un isolato dal luogo dove ci si deve recare o scendere dal mezzo pubblico un paio di fermate prima e per chi ha la fortuna di vivere fuori dai centri urbani, passeggiare in mezzo alla natura e godersi i paesaggi, gli odori e i suoni che essa ci trasmette, cercando di sintonizzarci con il suo ritmo che risuona del ritmo dell’universo, in cui siamo immersi, anche se non ce ne rendiamo conto, spesso troppo presi dal nostro “particulare” infinitamente piccolo .
Esiste una piccola “farmacia naturale” raccomandata da Mozzi per chi è portatore di patologia tiroidea:
Aloe (solo per gr A)
Echinacea (per tutti ma non per il gr 0)
Ribes nero (per tutti i gruppi)
Rosa canina (per tutti i gruppi)
Questi rimedi possono essere sottoforma di Tinture madri o di gemmoderivati .
Mozzi raccomanda a chi soffre di tiroide di lasciare libera la gola, in quanto essendo fortemente vascolarizzata, si deve evitare qualsiasi forma di oppressione o surriscaldamento , anche nel periodo invernale, infine, nota a margine, sembra che alla tiroide faccia bene il canto, quindi cantate, non dico a squarciagola, ma cantate quando potete, ne gioverà anche lo spirito, non importa se siete stonati, il fine giustifica i mezzi…..
A cura di Rita Cavalca
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