I consigli del dottor Mozzi per la cura delle nostre ossa
L’osteoporosi è una malattia cronica che causa un’alterazione della struttura ossea, riduce la resistenza dello scheletro e aumenta il rischio di fratture. L’osteoporosi rappresenta una malattia di rilevanza sociale. Si stima che in Italia ne siano affetti circa sei milioni di persone.
In tutte le fasi della vita, l’osso si rigenera e rimodella continuamente: il tessuto scheletrico vecchio e danneggiato viene rimosso dagli osteoclasti, mentre gli osteoblasti ne producono di nuovo. Con l’avanzare dell’età, l’attività degli osteoclasti tende ad essere maggiore rispetto a quella degli osteoblasti: ecco perché con l’invecchiamento si ha una certa perdita di massa ossea. L’osteoporosi aumenta questa perdita fino a renderla eccessiva e patologica. Non è quindi una condizione fisiologica correlata all’invecchiamento, ma una vera e propria malattia.
Vi sono due forme principali di osteoporosi: una “primitiva”, che colpisce le donne in post-menopausa o gli anziani, ed una “secondaria”, che invece può manifestarsi in pazienti di qualsiasi età che soffrono di malattie croniche e autoimmuni o assumono farmaci con effetti collaterali dannosi per lo scheletro. Esistono inoltre forme di osteoporosi causate da malattie genetiche, che causano fragilità scheletrica sin dai primi anni di vita.
In genere, la riduzione della massa minerale ossea che caratterizza l’osteoporosi è asintomatica, ma crea nel paziente una predisposizione per le fratture ossee. Le fratture ossee correlate all’osteoporosi sono molto dolorose. Inoltre, spesso faticano a guarire spontaneamente e necessitano di un intervento chirurgico riparativo. Negli individui con osteoporosi, la fratture ossee possono verificarsi anche a seguito di traumi o cadute non particolarmente gravi. Con questa patologia, le ossa maggiormente inclini a fratturarsi sono quelle dell’anca, del polso e le vertebre.
Per una diagnosi corretta di osteoporosi, l’esame più indicato è la cosiddetta densitometria ossea (DEXA). Si tratta di una tecnica diagnostica che permette di valutare, solitamente a livello di colonna vertebrale, anca, polso, dita e/o tibia, la densità minerale ossea di un individuo. Se è presente osteoporosi, la densità risulta inferiore ai valori normali.
Attualmente, non esiste una cura specifica per l’osteoporosi. Tuttavia i dottori sostengono che sia possibile tenerla sotto controllo tramite un sano stile di vita, una dieta e un esercizio fisico mirati, ed eventualmente con una terapia farmacologica.
Il trattamento dell’osteoporosi varia da paziente a paziente, a seconda del rischio di frattura e ad altri fattori come ad esempio età, sesso e storia clinica.
In linea generale, se il rischio non è elevato, può essere sufficiente modificare dieta, attività fisica e stile di vita; se invece il rischio è alto, il medico potrebbe prescrivere una terapia farmacologica personalizzata.
Secondo il dottor Mozzi, non è indicato consumare latte per combattere l’osteoporosi. Il calcio, spiega, è contenuto in un’infinità di alimenti molto più adatti al nostro organismo: mandorle e altri semi oleosi, verdure, legumi, pesce, ecc. Invece, il calcio contenuto nei latticini non viene assimilato. Piuttosto, si deposita nella cistifellea, nei reni, nelle arterie e nella circolazione cerebrale.
Il dottore spiega come recenti studi dimostrino che i popoli antichi avevano ossa più resistenti rispetto a noi. Lo stesso vale per le popolazioni odierne che però vivono in società la cui cultura alimentare non prevede latte. Secondo il dottore, queste nostre nocive abitudini alimentari sono alla radice dell’aumento dell’osteoporosi e dell’abbassarsi progressivo dell’età in cui si manifesta. In questo scenario, ormai sviluppiamo una maggiore predisposizione già da bambini.
L’osso non è altro che un ammasso di proteine e sali minerali, per cui occorre assumere le proteine più adatte al proprio gruppo per rinforzarlo.
Così, se ad esempio una persona di gruppo 0 o A ha la tendenza all’osteoporosi, può mangiare fagioli dell’occhio e sgombro, compreso quello in scatola e possibilmente anche la sua spina dorsale, che è friabilissima e molto ricca di calcio. Con questi ingredienti si possono anche preparare delle polpettine o delle schiacciatine da usare al posto dei farinacei.
Le mandorle hanno 1,5 volte la quantità di calcio del latte, quindi un buon sostituto può essere il latte di mandorle (anche se è preferibile prepararlo in casa).Altri alimenti ricchi di calcio sono le cicorie e i radicchi.
L’acqua è un’altra importante fonte di calcio, ma il dottore raccomanda che non sia eccessivamente calcarea o potrebbe creare problemi digestivi, specie se fredda. Meglio dunque consumarla tiepida.
Il dottore consiglia, prima di mangiare, di bere una bella tazza dell’acqua di bollitura delle verdure. Per lo stesso motivo anche i minestroni vanno bene, a patto che non ci siano alimenti che creano acidità (ad esempio patate per i gruppi 0 e A).