STIPSI, STITICHEZZA

I consigli del dottor Mozzi per mantenere il nostro intestino in buona salute

La stipsi o stitichezza non è una patologia a sé, ma piuttosto un sintomo che può verificarsi come conseguenza di alterazioni nel funzionamento dell’intestino. Altre volte, può essere causata da patologie che interferiscono indirettamente con la regolarità intestinale (diabete, ipotiroidismo ecc.).

Quando si soffre di stitichezza si sperimenta un ritardo nell’evacuazione delle feci. Si tratta comunque di un sintomo soggettivo che varia spesso da persona a persona. Nel linguaggio medico, si parla di stitichezza quando una persona ha sofferto di almeno due dei seguenti sintomi per almeno 12 settimane nell’ultimo anno, che non devono essere necessariamente consecutive:

  • ridotto numero di evacuazioni settimanali (<2)
  • difficoltà e sforzo nell’evacuare
  • presenza di feci dure, caprine o nastriformi
  • sensazione di blocco/ostruzione anorettale
  • aiuto manuale (svuotamento manuale, compressione sulla parete posteriore della vagina)

Nei neonati e nella prima infanzia, anche se le evacuazioni sono molto distanti tra loro non si può parlare di vera e propria stitichezza. Si tratta infatti di una condizione fisiologica: i bambini assorbono quasi completamente le sostanze nutritive contenute nel latte materno e di conseguenza producono pochissime scorie.

Le malattie che causano la stipsi sono numerose, e variano da patologie ano-rettali (emorroidi, ragadi, rettocele ecc.) a malattie nervose e intestinali (colite, diverticolite ecc.), tra le principali.

In assenza di una malattia specifica, si parla invece di stitichezza cronica idiopatica. Quest’ultima può essere dovuta a una dieta sbilanciata, a uno stile di vita sedentario, alla gravidanza o alla sindrome del colon irritabile.

Determinare l’esatta causa di origine è fondamentale per stabilire una terapia mirata che possa dare i migliori risultati.

Ai pazienti viene consigliato di rivolgersi al medico sia quando la stitichezza si prolunga per diverso tempo, sia quando insorge improvvisamente o si accompagna ad altri sintomi (dolori addominali, sanguinamento, famigliarità per il tumore del colon o febbre).

Una diagnosi indicativa può essere eseguita interpretando i sintomi della stitichezza ed esaminando le feci: in questo modo si può cominciare a risalire alle cause scatenanti, per poi procedere con esami diagnostici più precisi.

Essendo la stipsi soltanto un sintomo, la terapia deve prima di tutto curare le patologie o le condizioni che la causano.

Quando alla sua origine non esiste una patologia specifica, è importante agire sulla dieta e sullo stile di vita. In particolare, i medici consigliano di: non rimandare la defecazione quando si sente lo stimolo;  evitare di sforzarsi troppo per defecare; praticare esercizio fisico con regolarità; bere acqua nelle quantità adeguate, poiché la giusta idratazione favorisce il meccanismo di peristalsi e la conseguente evacuazione delle feci.

Viene inoltre altamente consigliato assumere una buona quantità di fibre alimentari: frutta, verdura fresca, legumi, cereali integrali, crusca, frutta secca, semi di lino e tuberi.

Cosa ne pensa il dottor Mozzi?

Secondo il dottor Mozzi, la stipsi indica la presenza di tossine che sostano nel tubo digerente, dando vita a una serie di infiammazioni che sfociano in cistiti, problemi alla schiena e altre problematiche. Quando non si evacua, è segno che qualcosa non va. A parte le persone di gruppo B che li tollerano meglio, gli altri gruppi sanguigni vengono colpiti da stipsi a causa di latte e derivati. Per questo il dottore consiglia di rimuovere i latticini come prima cosa. Consiglia inoltre di semplificare la propria alimentazione, limitandosi a non più di 3 alimenti per pasto. È buona norma anche annotare in un diario alimentare i pasti e monitorare quando compaiono i sintomi.

A volte, anche il riso potrebbe causare qualche problema di stipsi al gruppo 0. Gli alimenti benefici che il dottor Mozzi consiglia a questo gruppo sono: carciofi, regolatori e antinfiammatori dell’intestino; cicorie, catalogna e zucca, che ha una buona funzione lassativa. Le tinture madri consigliate sono carciofo, tarassaco, camomilla romana.

Per il gruppo A il dottore consiglia di sostituire i farinacei con i legumi: lenticchie, cannellini, fagioli dell’occhio.

Gruppo AB: evitare carne bovina, maiale, salumi, pollo, latte e derivati. Preferire riso integrale molto cotto (tranne le persone con problemi di diabete, colesterolo alto, tiroide), finocchi, verze, spinaci, biete, un kiwi al mattino con uovo e caffè. Tinture madri: tarassaco, bardana.

Un altro rimedio naturale che il dottor Mozzi consiglia a tutti i gruppi sanguigni è un clistere, con acqua a temperatura ambiente e un cucchiaio di olio di oliva non extravergine o di vinacciolo per tutti, oppure di girasole per gruppi 0 e A. L’olio ha una grandissima efficacia nel rimuovere le feci.

Mettersi in posizione preferibilmente sul fianco destro (favorevole alla posizione del colon) e praticare il clistere con una peretta 3-4 volte. Evacuare preferibilmente in un gabinetto portatile o in un vaso da notte per poter controllare che abbia fatto effetto. Ripetere l’operazione una seconda volta.

Alcune persone aggiungono camomilla al clistere, ma il dottor Mozzi sconsiglia di farlo.

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