Dieta Gruppi Sanguigni, bufala o verità?
Come imbastire un esperimento mistificatorio senza capo nè coda
Se è vero che Mozzi e la sua la dieta dei gruppi sanguigni ha molti estimatori ( molte sono persone guarite da patologie spesso invalidanti che si sono rivolte a lui quasi come ultimo ed estremo tentativo di guarigione), è anche vero che la sua diffusione e notorietà scatena critiche e illazioni, oltre che veri e propri “linciaggi” di certi salotti televisivi frequentati spesso da personaggi che a vario titolo si ergono a Catoni censori. Ad ogni modo Mozzi, la scorsa primavera disse in TV di aver venduto 500000 copie del suo libro che per inciso è uno dei libri tuttora in testa alle classifiche di Amazon , a dimostrazione dell’interesse del pubblico non solo per la sua dieta ma anche a suffragio di uno stile di vita naturale e sostenibile attraverso un utilizzo del cibo come “ medicina” .
Oltreoceano la Dieta dei Gruppi sanguigni è praticata da Peter D’Adamo , che ha costruito sulla Teoria dei gruppi sanguigni un grosso polo di attrazione mediatica, attraverso la diffusione di libri e un blog molto letto e seguito, niente di strano quindi che anche negli States ci si sia dati da fare per demonizzare questo progetto di educazione alimentare, perchè di questo si tratta, che puntando tutto sulla scelta di alimenti adatti al proprio gruppo sanguigno, ha la grossa colpa di fare stare bene le persone con un conseguente risparmio dei costi per la sanità pubblica.
In questo articolo trattiamo la modalità, alquanto discutibile, con cui un Comitato scientifico ha a suo dire, “definitivamente sconfessato” la Dieta dei gruppi sanguigni, si noti il “definitivamente” come se fosse stata oggetto di indagini e verifiche durate anni , mentre le prove sono solo due, anzi una e mezza e abbastanza piene di incoerenze, come dimostreremo, anzi come ha dimostrato Peter D’Adamo contrattaccando le prove nel suo blog http://www.dadamo.com/.
La Dieta dei gruppi sanguigni viene definita dai suoi detrattori, “priva di scientificità”, ovvero basata esclusivamente su supposizioni e su consigli alimentari , ovviamente noi che la stimiamo e nella quale crediamo, sappiamo benissimo che molti hanno anche prove e documentazioni mediche a suffragio, tuttavia i cosiddetti “comitati scientifici” che, passatemi il termine, sono una sorta di Santa Inquisizione della moderna Medicina, vogliono a suffragio non meglio definiti “studi, “meta-analisi”,” ricerche” condotte secondo protocolli prestabiliti che confermerebbero gli assunti di base .
Vediamo di scoprire come sono confezionate queste prove a sfavore.
Intanto va detto che il fatto che il libro scritto da D’Adamo intitolato“Eat right for your type” abbia venduto ben 7 milioni di copie in tutto il mondo evidentemente non fa molto piacere al mondo scientifico, quello dei “comitati”, la conferma di ciò è che ….” gli scienziati hanno voluto indagare sulla validità di questo regime alimentare….”, badate bene, “indagare”….
IL PRIMO STUDIO SCIENTIFICO
Il primo studio scientifico sul tema è apparso sul numero di Maggio 2013 dell’American Journal Of Clinical Nutrition.
Obiettivo dello studio era verificare se nella letteratura scientifica vi fosse prova che l’aderenza a una dieta basata sul gruppo sanguigno potesse davvero migliorare lo stato di salute degli individui (tesi sostenuta da D’Adamo e Mozzi).
Per la raccolta del materiale i ricercatori hanno utilizzato 3 diversi database scientifici: The Cochrane Library, Medline ed Embase e vediamo cosa ne è uscito:
….” Nella selezione sono stati inclusi tutti gli studi sperimentali in vivo riguardanti la dieta dei gruppi sanguigni a livello mondiale. La ricerca ha portato a individuare ben 1415 articoli sull’ argomento. Tuttavia tra questi studi solo uno era volto a rispondere alla domanda dei ricercatori. …..
Quindi in pratica, gettati 1414 articoli se ne tiene uno solo il quale riporta uno studio che ……” aveva coinvolto 254 partecipanti sottoposti per 18 mesi a una dieta povera di grassi (ridotti del 25% rispetto ai parametri del regime alimentare tradizionale). I soggetti, divisi per gruppo sanguigno, erano stati monitorati a distanza di 6, 12 e 18 mesi andando a valutare la variazione di colesterolo cattivo LDL. Dai risultati era emerso che i pazienti con gruppo sanguigno MN avevano risposto meno alla dieta rispetto ai pazienti di gruppo MM e NN. Infatti si erano registrate differenze significative nei livelli di colesterolo LDL che dopo 6 e 18 mesi erano diminuiti maggiormente nei pazienti di gruppo sanguigno MM e NN rispetto ai pazienti di gruppo MN.
Quindi per ricapitolare, si prendono 254 persone, si suddividono in genotipo MN,NN,MM secondo un protocollo di riferimento non meglio specificato ( manca tra l’altro il quarto gruppo, anche qui senza un perché) alle 254 persone, suddivise rispettivamente in 128 soggetti con gr MN, 78 gr MM e 48 gr NN , si chiede di applicare una restrizione del 25% rispetto alla loro normale assunzione di grassi, il dato invece del seguire la dieta ognuno relativamente al gruppo di appartenenza resta come sullo sfondo, ovvero viene detto che la restrizione della quota di grassi introdotti è il fondamentale “marcatore” della bontà o meno della alimentazione impostata sulla dieta del gruppo sanguigno , mentre non sappiamo nei fatti quale fosse il tipo di alimentazione seguita dai partecipanti all’esperimento o perlomeno quali fossero i cibi ammessi e quali non ammessi , se venissero monitorati ecc il risultato finale e la conseguente valutazione si riferisce solo al controllo del livello della frazione LDL di colesterolo: un gruppo di persone appartenenti al gr MN (quello più grande numericamente) sembravano aver avuto in effetti un decremento dei livelli di LDL, però “…. alla fine dello studio si era visto che le differenze nei valori di LDL si erano presentate solo dopo 6 e 18 mesi ma non dopo 12 mesi di dieta…”. Si era quindi concluso che tali dati fossero contrastanti e molto limitati quindi non affidabili da un punto di vista scientifico, tuttavia, siccome “…… si era osservato che i soggetti di gruppo sanguigno MN dopo 18 mesi di dieta avevano avuto un leggero aumento del colesterolo LDL (l’incremento era stato di 0,0047 mmol/L, l’esperimento veniva considerato fallimentare ma predittivo di una inconsistente valenza scientifica attribuita alla dieta stessa in quanto non solo non aveva mostrato gli effetti benefici promessi da D’Adamo e Mozzi, ma anzi aveva fatto riscontrare un effetto leggermente negativo sul colesterolo cattivo…..” fine della citazione.
Il valore dell’esperimento credo si commenti da sé, ovvero un esperimento che non prova in pratica nulla , che però ha dato luogo ad una stroncatura della Dieta dei gruppi sanguigni piuttosto che ad una riflessione critica sul come è stato condotto….….
Restava, evidentemente l’ urgenza di dimostrare che la dieta non funzionava, per questo l’Università di Toronto ha deciso di approfondire l’argomento. Il nuovo studio, pubblicato su Plos One nel Gennaio 2014, ha niente di meno che “……definitivamente sconfessato la dieta dei gruppi sanguigni…..” notare il definitivamente, mi raccomando…..
Adesso vediamo come è stato organizzato e si è volto lo studio, lo cito direttamente dalla fonte:
IL SECONDO STUDIO SCIENTIFICO
“…….I soggetti presi in esame sono stati 1455 di età compresa tra i 20 e i 29 anni. Gli individui sono stati suddivisi in quattro grandi gruppi etno-culturali: bianco (703), asiatici orientali (491), sud-asiatici (155) e altri (106…..”).
“….-…Per quantificare l’adesione alla dieta del gruppo sanguigno i soggetti hanno ricevuto un punto positivo per consumare una porzione di ogni alimento consigliato dalla dieta e un punto negativo per consumare un alimento inserito nella lista dei cibi da evitare. Sulla base dell’aderenza alla dieta i pazienti sono stati raggruppati in 3 gruppi: il primo gruppo era composto da individui che avevano osservato un regime alimentare perfettamente in linea con la dieta del gruppo sanguigno (senza sgarri) il secondo gruppo invece aveva avuto un’aderenza parziale alle indicazioni della dieta ( quindi diversi sgarri) e il terzo gruppo aveva seguito poco o per nulla il regime alimentare del gruppo sanguigno di appartenenza( sgarro totale). Alla fine dello studio i tre gruppi sono stati messi a confronto sulla base del loro rischio cardiovascolare ( vedi precedente esperimento, deve essere una fissazione quella del danno al sistema cardiovascolare) . Il risultato è stato che, i parametri dei 3 gruppi erano sovrapponibili (a eccezione dei livelli di insulina) e non si erano riscontrate particolari differenze dipendenti dal diverso gruppo sanguigno degli individui…….”(in che senso avrebbero dovuto essere differenti ?)
“——Da questo studio è emerso che, con l’aumento dell’adesione al tipo A di dieta, i soggetti avevano minore indice di massa corporea, pressione arteriosa, colesterolo totale, trigliceridi, insulina, HOMA-IR e HOMA-Beta. L’aderenza alla dieta di tipo AB invece è stata associata a pressione sanguigna, colesterolo totale, trigliceridi, insulina, HOMA-IR e HOMA-Beta (P <0,05) più bassi. Per quanto riguarda la dieta di tipo O e non è stata associata a trigliceridi inferiori (P <0,001). Infine la dieta di tipo B ha avuto una connessione coi livelli di colesterolo HDL. Per capire se questi aspetti riscontrati avessero attinenza col gruppo sanguigno degli individui i ricercatori hanno diviso i 3 gruppi (precedentemente formati sulla base dell’aderenza alla dieta prescritta) sulla base del gruppo sanguigno degli individui…..”.
“……Dal confronto fra i livelli di insulina a digiuno e HOMA-IR degli individui del gruppo A e quelli degli individui degli altri gruppi è emerso che c’era una differenza significativa nel secondo gruppo. Tuttavia nel terzo gruppo e nel primo gruppo (dove l’aderenza alla dieta del gruppo sanguigno era maggiore) non si era verificata nessuna differenza. Questo elemento ha confermato ulteriormente l’inefficacia della dieta dei gruppi sanguigni. Passando infatti da una bassa aderenza a una alta, gli individui che hanno seguito la dieta A non hanno mostrato cambiamenti più favorevoli in termini di miglioramento del fattore cardiovascolare. Lo stesso vale per gli individui che hanno seguito la dieta AB. Inoltre è stato notato che soggetti con gruppo sanguigno AB che avevano aderito maggiormente alla dieta presentavano concentrazioni di glucosio leggermente più elevate di coloro che non avevano seguito in modo scrupoloso la dieta…..”.
Il responso finale, comunque, conferma lapidariamente lo scopo dello studio : “……Questo risultato dimostra che il regime dei gruppi sanguigni non solo non è associato a eventuali vantaggi ma anzi si è rivelato dannoso per gli individui che l’hanno seguito in modo attento…..” e addirittura ci mettono sull’avviso che :….”Ci sarebbe quindi la possibilità che questo tipo di diete possano causare degli effetti indesiderati potenzialmente nocivi per la salute.
I ricercatori dell’Università tuttavia dicono anche che , leggendo i dati emersi”…… Per quanto riguarda l’analisi del rischio cardiovascolare lo studio ha dimostrato che l’aderenza alla dieta di tipo A, AB e O si è tradotta in una diminuzione del rischio cardiovascolare. Tuttavia questo risultato era indipendente dal gruppo sanguigno degli individui. Infatti l’associazione tra l’adesione alla dieta di tipo A e un profilo favorevole di rischio cardiometabolico non è sorprendente: questa dieta (che prevede l’elevato consumo di frutta e verdura e un basso consumo di prodotti a base di carne) è infatti in linea col modello alimentare raccomandato dall’OMS per prevenire il rischio di malattie cardiovascolari. Anche l’aderenza alla dieta di tipo AB è stata collegata a una riduzione del rischio cardiovascolare nonostante raccomandi prodotti lattiero-caseari e carne (generalmente da consumare con moderazione).
I benefici sul cuore di questa dieta possono essere attribuiti alla lista di alcuni alimenti considerati sani che sono raccomandati. Ad esempio agli individui con gruppo sanguigno AB si consiglia di evitare il burro e consumare uova e pesce come fonte principale di proteine animali. Ciò è in contrasto con la dieta di tipo B che ha meno restrizioni su molti prodotti animali. Queste differenze tra le due diete possono parzialmente spiegare perché un profilo cardiometabolico favorevole è stato associato all’aderenza alla dieta di tipo AB ma non alla dieta di tipo-B. Per quanto riguarda la dieta tipo-O bisogna dire che è simile alle diete a basso contenuto di carboidrati. Questo aspetto potrebbe spiegare il motivo per cui l’adesione a questo tipo di dieta è stata associata a un livello di trigliceridi inferiore, come precedentemente osservato per altre diete a basso contenuto di carboidrati.
Adesso leggiamo la conclusione : In conclusione questi studi avrebbero definitivamente dimostrato che la dieta dei gruppi sanguigni non ha alcuna valenza scientifica nonostante l’adesione a questo tipo di dieta sia in alcuni casi associata a profili di rischio di malattia cardiometabolica favorevoli. Questa associazione infatti è del tutto indipendente dal gruppo sanguigno dell’individuo. Inoltre non è stato dimostrato nessun beneficio per la salute derivante dalla dieta dei gruppi sanguigni che, al contrario, potrebbe rivelarsi dannosa.
Diciamo a questo punto che la conclusione vuole dare il contentino a chi l’ha commissionata, con buona pace della trasparenza intesa proprio come chiarezza degli assunti di base e delle conclusioni.
LE CONTESTAZIONE DEL DOTTOR D’ADAMO E DI ALTRI ESPERTI
Ovviamente Peter D’Adamo ha voluto vederci chiaro (chi non l’avrebbe fatto) e ha analizzato lo svolgimento del progetto, arrivando a conclusioni che fanno riflettere sul tenore e sul significato di certe ricerche, le riporto , sono suddivise in 7 punti :
1 . I soggetti esaminati hanno tenuto un diario alimentare e vi ricordate la storia dei punteggi sulla ‘adesione” o meno alle indicazioni della dieta? Sono stati ritenuti indicativi solo i cibi benefici e quelli sconsigliati, dei neutri neanche l’ombra,sicchè come dice uno degli esperti chiamati a valutare , tale Dr. Ryan Partovi “…: “Il mio dubbio circa questa metodologia è che 2 persone – una che mangia per lo più cibi neutri e alcuni benefici e l’altra che mangia molti cibi dannosi e poi semplicemente li “annulla” con un numero leggermente maggiore di cibi benefici – potrebbero ottenere lo stesso punteggio. Questa non è la modalita’ con cui si utilizza la dieta GS. Non è possibile compensare i cibi dannosi con quelli benefici.”
Altro problema è la qualità degli alimenti , il manzo grass fed è diverso da quello nutrito a mais (noi lo sappiamo, infatti, la differenza è enorme)
I ricercatori stessi tra l’altro hanno indicato i limiti di questo modello, ammettendo che “dal momento che il sistema di punteggio nel presente studio ha valutato solo l’adesione relativa a ciascuna delle quattro diete GS, non abbiamo potuto determinare il numero reale di persone che hanno seguito rigorosamente queste diete.”
Altro grande errore , segnalato dal Dr. Joseph Veltman è che : ” Lo studio sbaglia nella classificazione di numerosi alimenti. Ad esempio “Mac and Cheese” è classificato come neutrale per i tipi A, B e AB . Tuttavia, “Mac e formaggio” è quasi universalmente fatto con formaggio americano lavorato, che viene indicato come dannoso per tali tipi. “Altri cereali” (qualunque essi siano) sono elencati come neutrali per i tipi A, B e AB e cio’ annulla effettivamente la maggior parte delle specificita’ delle lectine.
Continua il Dr. Ryan Partovi: “Molti dei valori alimentari che sono stati usati sono sbagliati. Gli hotdog (solitamente fatti di carne di maiale) sono benefici per il gruppo 0? Le patate fritte neutrali per B e AB? Le chips di mais neutrali per gruppo A? I sandwich benefici per il gruppo 0? Hanno esaminato gli ingredienti tipici di queste preparazioni? Il pesce presente nelle torte di pesce, “pesce a carne rossa”, “altri pesci”: hanno dato valori casuali? Non si può dedurre nulla da queste sciocchezze….” Appunto diciamo anche noi, enormi sciocchezze. “
2. Lo studio ha utilizzato giovani adulti sani, tra i 20 e i 29 anni, “…..utilizzare una popolazione sana e relativamente giovane, è virtualmente in grado di garantire differenze molto insignificanti tra i gruppi sanguigni, sarebbe stato più utile esaminare una popolazione con salute più compromessa, infatti molte malattie croniche sono accompagnate da cambiamenti nella glicosilazione delle cellule e ospitano micro-biomi, e sono queste modificazioni che definiscono nettamente le differenze nel modo in cui ogni tipo di sangue potrebbe trarre beneficio da una dieta specifica….”.
3. Lo studio è stato condotto per un lasso di tempo molto breve, un mese per la precisione….” un periodo troppo breve per osservare differenze sottili come la differenza tra individui. Le nostre osservazioni hanno costantemente dimostrato che un periodo minimo di 3 mesi è necessario anche per riscontrare le prime differenze”
Il Dott Todd Lepine fa poi un esempio calzante:“La misurazione effettuata nell’arco di un mese di qualche” biomarcatore” associato con la malattia cardiovascolare, malattia che richiede anni per svilupparsi, è come osservare un solo neo sulla pelle che non cambia nel lasso di tempo di un mese e sostenere che si può prevedere la probabilità di un melanoma.”
4. Le diete hanno effettivamente beneficiato molti dei soggetti, nonostante la sua durata molto breve, gli stessi autori dello studio ammettono che le diete hanno prodotto effetti positivi, ma hanno attribuito gli effetti positivi alla scelta degli alimenti in sé e non associati ai vari e diversi gruppi, dice il Dr. Ryan Partovi: “Ho trovato interessante il fatto che la dieta di tipo O abbassa i trigliceridi ( problema per i gruppi O) molto meglio rispetto alla dieta per i GS A, che è invece piu’ efficace per abbassare il colesterolo ( problema per il GS A)”.
5 . L’obiettivo dello studio era troppo semplicistico.
Nell’esperimento non è stato considerato lo stato di secretore tra i vari soggetti , questa cosa avrebbe minimamente aumentato il costo e la complessità dello studio, ma avrebbe potuto produrre differenze osservabili nel breve periodo (30 giorni, dice il Dr. Todd Lepine: “Cos’è la dieta GS? Come ho sempre creduto , si basava sia sullo stato ABO che sullo stato di secretore. Vedo che lo studio non ha misurato lo stato di secretore.” (La maggior parte degli individui, circa l’85%, ha antigeni nelle secrezioni. La restante parte è non portatrice, questo fattore determina, altre differenze sul piano alimentare, perché gli alimenti ingeriti interagiscono con gli anticorpi presenti nelle secrezioni nel tratto digerente).
Dice inoltre il Dr. Mitchell Stargrove : “In prima istanza sembra che lo studio abbia un insieme ristretto di fattori di valutazione e una comprensione superficiale di ciò che effettivamente si puo’ chiamare “adesione”; figuriamoci se perdiamo caratteristiche piu’ determinanti, come lo stato di secretore. “
6. Quando cerchi qualcosa (o non lo cerchi), molto spesso lo trovi, dice il Dr. Todd Lepine: “In questo studio la “medicina” è stata il cibo, e non è stato completamente controllato.” E il Dr. Ryan Partovi: “….In altre parole, questo studio ha esaminato la cosa sbagliata. Direi che il fatto che essi non abbiano coinvolto nello studio, proprio l’autore dei libri sulla dieta GS, sia la prova sufficiente della poca serieta’ nel voler capire cosa possono fare le diete per le malattie cardiovascolari. “
7. Possibili conflitti di interesse. Uno dei ricercatori principali dello studio, Ahmed El-Sohemy detiene partecipazioni in Nutrigenomix Inc., una società di test genetici per la nutrizione personalizzata. Nutrigenomix commercializza una vasta gamma di kit di analisi nutrigenomica e report per dietologi. Anche se l’articolo afferma che il dottor El-Sohemy possiede azioni della Nutrigenomix, in realtà egli è il fondatore della società. Non dovrebbe essere troppo difficile immaginare i possibili vantaggi dell’invalidare la dieta GS in queste circostanze.
La conclusione la scrive il Dr. Todd Lepine : ” Da questo studio non si può dedurre nulla, tranne che la dieta GS è stata in ogni caso utile e non dannosa. Ma da questo studio relativamente non scientifico ed effettuato in un lasso di tempo limitato, non abbiamo il potere o il tempo di dedurre un granché. Le migliaia di pazienti reali, che hanno seguito la dieta per moltissimi alimenti, in particolare quelli con problemi infiammatori e di patologie autoimmuni, beneficiano – nel mondo reale – della sensazione di “mi sento meglio, penso meglio, mi muovo meglio”.
Su questa conclusione caliamo il sipario, ancora una volta convinti che la nostra scelta di seguire la Dieta dei gruppi sanguigni sia la scelta migliore
A cura di Rita Cavalca
Al di là dell’inefficacia delle prove scientifiche a sfavore della dieta dei gruppi sanguigni sulla quale non voglio entrare nel merito, la mia domanda è:
Quali sono le prove scientifiche invece che dimostrano l’efficacia e la validità della dieta dei gruppi sanguigni? Se ci sono, farebbe piacere a tutti vederle e capirle. Buona serata.
Anch’io ho la stessa domanda in testa: quali sono le prove scientifiche a favore di questa dieta? La mancanza di risposte fa pensare.
Leggi bene l’articolo è spiegato molto bene