SCLEROSI MULTIPLA

Confrontiamo le diete del dottor Mozzi e della dottoressa Wahls, che ha sconfitto la sclerosi multipla con l’alimentazione

La sclerosi multipla è una malattia neurodegenerativa che colpisce il sistema nervoso centrale. In medicina, il termine “sclerosi” indica un processo di indurimento di un organo, o di una sua parte considerevole, dovuto all’aumento di “tessuto cicatriziale” (connettivo-fibroso).

È caratterizzata da una reazione anomala delle difese immunitarie, che attaccano alcuni componenti del sistema nervoso centrale scambiandoli per agenti estranei. Per questo rientra tra le patologie autoimmuni.

Il processo infiammatorio, scatenato dal sistema immunitario, può danneggiare sia la mielina (guaina che circonda e isola le fibre nervose) sia le cellule specializzate nella sua produzione (oligodendrociti), che le fibre nervose stesse. Questo processo, detto demielinizzazione, può provocare aree di perdita o lesione della mielina, che vengono definite placche. Possono presentarsi ovunque nel sistema nervoso centrale, in particolare nei nervi ottici, nel cervelletto e nel midollo spinale. Le placche possono evolvere da una fase infiammatoria iniziale a una fase cronica, in cui assumono caratteristiche simili a cicatrici (dette sclerosi).

Secondo l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla:

•  La sclerosi multipla (SM) può esordire ad ogni età della vita, ma è più comunemente diagnosticata nel giovane adulto tra i 20 e i 40 anni.

•  Ci sono circa 2,5-3 milioni di persone con SM, di cui 600.000 in Europa e circa 122.000 in Italia.

•  Il numero di donne con sclerosi multipla è quasi triplo rispetto agli uomini.

•  La SM è più diffusa nelle zone lontane dall’equatore a clima temperato, in particolare Nord Europa, Stati Uniti, Nuova Zelanda e Australia del Sud. La prevalenza della malattia al contrario sembra avere una progressiva riduzione con l’avvicinarsi all’equatore.

Di conseguenza, sono state ipotizzate diverse possibili cause della sclerosi multipla: immunologiche, ambientali, dovute alle infezioni, genetiche.

La classica strategia intrapresa per giungere alla diagnosi di sclerosi multipla comprende un attento esame della storia clinica (anamnesi), un esame neurologico, un esame del sangue, la puntura lombare (analisi dei fluidi spinali) e alcuni test strumentali, tra cui la risonanza magnetica dell’encefalo e del midollo spinale e il cosiddetto test dei potenziali evocati.

Al momento non esiste una cura definitiva, ma sono disponibili numerose terapie che modificano il suo andamento, rallentandone la progressione.

Secondo il dottor Mozzi, la causa della sclerosi multipla è da ricercarsi principalmente nel consumo di latticini, ma anche di frumento e derivati. Il dottore ritiene che alcune persone abbiano una maggiore predisposizione rispetto ad altre per certe malattie, che poi si sviluppano pienamente con un percorso alimentare scorretto. A suo parere, tuttavia, se si interviene subito modificando radicalmente la propria alimentazione, sarà possibile ottenere notevoli benefici per quanto riguarda la qualità della vita. E tutto ciò a costo zero, perché non si tratta di iniziare una terapia ma di cambiare le abitudini alimentari.

È necessario prestare attenzione anche ai primi, lievi sintomi che possono costituire un campanello d’allarme: frequenti cadute, anche non in presenza di ostacoli e diplopia (vedere doppio).In genere, la diplopia è indice di una manifestazione meno grave della malattia.

Il dottore raccomanda perciò di fare attenzione a latte, latticini e dolci cremosi. Altra possibile causa può essere la canna da zucchero. Questo perché appartiene alla famiglia delle graminacee, altre grandi responsabili nello scatenarsi di questo tipo di patologie.

Una testimonianza illuminante sui cambiamenti enormi che l’alimentazione può provocare ci viene data da Roberta, che ha strenuamente combattuto per anni contro gli innumerevoli, gravi disturbi dovuti alla sclerosi multipla. E, finalmente, grazie alla consulenza del dottor Mozzi, ha potuto riprendere in mano la sua vita.

Il caso della dottoressa Terry Wahls

La storia della dottoressa Terry Whals, della sua malattia e del suo percorso alimentare ci ha profondamente colpiti. Le sue conclusioni sull’approccio alimentare verso la sua malattia, sono illuminanti perché, pur non prendendo in considerazione il fattore dei gruppi sanguigni, la dottoressa ha seguito un metodo molto simile, esercitandosi ad ascoltare il proprio corpo e tornando a uno stile alimentare simile a quello dei nostri antenati. Questo nuovo percorso le ha permesso di vincere la sua lotta con la malattia e riprendersi finalmente la sua vita.

Prima della sclerosi multipla, la Dottoressa Wahls (professoressa di medicina presso l’Universita dell’Iowa) era una persona molto sportiva: correva maratone, scalava montagne in Nepal, partecipava a gare di Triathlon. Conquistò inoltre la cintura nera di Taekwondo e vinse una medaglia di bronzo in full contact ai giochi Panamericani del 1978 a Washington.

Poi arrivò la malattia, dopo decenni di sintomi ignorati, e la diagnosi definitiva nel 2000. Nel 2007, a 52 anni, era costretta su una sedia a rotelle gravità zero, con iniezioni di Copaxone, sintomi che peggioravano ogni giorno ed una sclerosi recidivante-remittente che a 3 anni dalla diagnosi si era trasformata in sclerosi multipla secondaria progressiva.

Dopo un periodo di nera disperazione, riprese gli studi interrotti ai tempi dell’università, leggendo ogni sera gli studi disponibili su PubMed relativi alla sua malattia, fino ad imbattersi nelle ricerche del Dr. Embry e del Prof. Loren Cordain, da cui iniziò la sua rinascita.

Da queste ricerche Terry Wahls si rese conto che le cellule del cervello colpite dalla malattia tendono nel corso del tempo a rimpicciolire. Questo perché i mitocondri, le batterie del nostro organismo, smettono a un certo punto di funzionare, come in altre patologie neurologiche similari, proprio perché a loro volta non consumano i nutrienti corretti.

Quando i nostri mitocondri lavorano al massimo, le nostre cellule hanno tutta l’energia di cui hanno bisogno per svolgere le proprie funzioni in modo che l’organismo possa funzionare nel modo in cui dovrebbe, senza dover compensare carenze di energia e nutrienti. Una dieta squilibrata farà deragliare questo processo, generando stress mitocondriale, invecchiamento precoce e insorgenza di malattie croniche.

Tutti i processi chimici implicano degli sprechi, ed i radicali liberi sono alcuni dei rifiuti che il corpo produce per generare l’energia di cui abbiamo bisogno. Causano problemi modificando la forma di una proteina, una membrana cellulare, o del DNA, cambiando così la loro funzione. Se una cellula viene danneggiata eccessivamente dai radicali liberi, può smettere di lavorare correttamente ed anche morire prematuramente. Questo può portare a un invecchiamento rapido degli organi interni e quindi della persona.

Gli antiossidanti che si trovano naturalmente nelle piante agiscono stimolando la produzione di enzimi nelle nostre cellule che neutralizzeranno i radicali liberi prima che questi danneggino le nostre cellule. In questo modo il meccanismo biochimico diventa molto più efficiente ed efficace nel proteggere le cellule dai radicali liberi.

Partendo da queste premesse scientifiche, la dottoressa ha messo a punto una dieta strutturata su un percorso in tre livelli.

Riportiamo di seguito solo le indicazioni del livello avanzato. I due precedenti hanno meno restrizioni, ma seguono la stessa logica:

Eliminare tutti i cereali (compresi riso, quinoa ed altri pseudo-grani), legumi e patate.

Consumare 6 tazze (uomini) e 4 tazze (donne) di vegetali suddivisi tra foglia verde, colorati e verdure sulfuree. Una US cup (tazza) contiene 236 ml di acqua.

Verdure a foglia verde (suggerimenti della Dottoressa Wahls, ma non esaustivi): rucola, cavolo cinese, bietola, tarassaco, cavolo (tutti i tipi), lattuga (tutti i tipi eccetto iceberg), senape indiana, prezzemolo, spinaci

Verdure Colorate:

  • Verdi: asparagi, carciofi, avocado, cavolo, sedano, cetrioli con buccia, lime, olive, peperoni verdi, zucchini con buccia
  • Rosse: cavolo rosso, ciliegie, mirtillo rosso, pompelmo rosso, melograno, peperoni rossi, radicchio, lamponi, rabarbaro, fragole, pomodori
  • Blu, viola, nere: more (gelsi), mirtilli, melanzane, cavolo viola, olive nere, lampone nero
  • Gialle, arancio: carote, pompelmo giallo, limone, peperoni arancioni e gialli, zucca, batate
  • Sulfuree: asparagi, broccoli, cavoletti di Bruxelles, cavolo, cavolfiore, erba cipollina, daikon, aglio, porri, funghi, cipolle (rosse, gialle e bianche), ravanello, rapa, scalogno

Ridurre il consumo di frutta ad una porzione al giorno (1 tazza/cup), preferibilmente da bacche come mirtilli, lamponi ribes e more. Evitare frutti come banane, pere, mele, uva, pesche, ananas e mango. E’ esclusa la frutta disidratata, sciroppata e succhi di frutta del supermercato. Limitare le verdure amidacee a due porzioni alla settimana e sempre abbinate ad una generosa porzione di grassi come olio di cocco o di oliva.

Consumare carni di animali allevati al pascolo, selvaggina o pesce selvaggio. Le proteine animali andrebbero assunte tutti i giorni.

Aggiungete alghe e frattaglie alla dieta

Aggiungete cibi fermentati (crauti, kombucha, yogurt e kefir al latte di mandorle o cocco), semi e noci attivati e cibi crudi il più possibile. Alcune persone suscettibili alla candida non possono tollerare nessun tipo di lievito o fermentazione come aceto o vino o semplicemente funghi. In questi casi, astenersi dal consumo di questi cibi.

Aggiungere grassi sotto forma di olio di cocco (almeno 5 cucchiai al giorno) o latte di cocco (3/4 di una lattina, 270 ml circa). Ma anche olio d’oliva o ghee (per chi lo tollera).

Consumare due pasti al giorno in una finestra di 8 ore, digiunando per le restanti 16 (di cui circa metà dormendo). Mangiando proteine e grassi con pochi carboidrati si tenderà a ridurre di molto il vostro appetito. Durante le fasi di digiuno, l’organismo si concentra sull’eliminazione delle tossine, la produzione di ormoni e sulla guarigione. Se trovate difficile mangiare solamente due volte al giorno, fate 3 pasti, ma assicurandovi di far trascorrere sempre 16 ore tra la cena e la colazione. Questo aumenterà in modo significativo il vigore ed il numero dei mitocondri nelle cellule. E il vostro cervello ve ne sarà grato.

L’alcool (tipo vino secco) riservatelo alle occasioni speciali. Ma se possibile, evitatelo.

Se con questa dieta state perdendo troppo peso, aumentate un po’ il consumo di frutta e di qualche verdura amidacea.

Nota della D.ssa Wahls (ex-vegetariana per 15 anni) per i vegetariani:

Non raccomando una dieta vegetariana, ma capisco che alcuni abbiano serie motivazione per seguirla e per cui ho totale rispetto. In questo caso però, al fine di ottenere il giusto apporto calorico, la dieta dovrà includere qualche legume e grano, purché siano tenuti a mollo e fatti germogliare per ridurre al minimo la presenza di anti-nutrienti.”

Solanacee

Per alcune persone generalmente sensibili, le lectine (che i veterani della dieta dei gruppi sanguigni conoscono bene) causano eccessiva infiammazione ed aumentano il rischio di autoimmunità. Altre persone invece, non avranno problemi con le solanacee, alcune delle quali sono ottime fonti di nutrienti.

Come il dottor Mozzi, anche la dottoressa Wahls rammenta che ogni individuo è diverso, e può essere soggetto a intolleranze particolari anche con cibi non vietati. Per questo, anche lei consiglia di tenere un diario alimentare e di osservare attentamente le reazioni che i diversi alimenti suscitano nel nostro organismo.

Come potete vedere, sebbene si sviluppi in modo diverso, questa dieta ha molto in comune con quella dei gruppi sanguigni, a ulteriore riprova del fatto che ritornare alle origini della nostra alimentazione cibandosi secondo natura sarà un inevitabile passo decisivo verso il futuro della medicina.

A questo punto, però, la domanda sorge spontanea: la nostra dottoressa sarà di gruppo 0 o B?

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Raccolta di video del canale di Roberto Andreoli

Il video della dottoressa Terry Wahls