Epilessia
La nostra alimentazione può aiutarci a prevenire gli attacchi epilettici?
L’epilessia è una sindrome caratterizzata da un’alterazione dell’attività elettrica dei neuroni, che causa le cosiddette crisi epilettiche. Queste crisi si verificano quando l’attività anomala delle cellule supera una certa soglia (particolarmente bassa nei pazienti epilettici). Possono portare a una temporanea perdita di conoscenza (assenze) e ad alterazioni sensitive, psichiche o motorie. Si possono inoltre verificare spasmi e convulsioni della muscolatura scheletrica, di intensità variabile: mioclonici o lievi; tonici o intensi; tonici/clonici, più violenti.
Esistono numerosi tipi di epilessia, che si possono dividere in parziali e generalizzati.
EPILESSIE PARZIALI: sono circoscritte soltanto in un emisfero cerebrale. Possono essere caratterizzate da attacchi leggeri, che non causano perdite di conoscenza (semplici), oppure da crisi più severe, che possono generare contrazioni muscolari e perdite di conoscenza (complesse).
EPILESSIE GENERALIZZATE: i neuroni che causano le crisi sono presenti in entrambi gli emisferi. Questo tipo di epilessie causa quasi sempre una perdita di conoscenza e spasmi di tipo mioclonico/tonico e tonico/clonico.
Secondo i medici, le possibili cause dell’epilessia possono essere molte. Le principali sono: alterazioni congenite, che possono manifestarsi già durante la gravidanza; traumi cranici; ascesso o tumore cerebrale; difficoltà respiratorie alla nascita; ischemia dei vasi cerebrali, ovvero una diminuzione dell’apporto di sangue, al cervello; emorragie cerebrali; alterazioni indotte da malattie infettive, soprattutto durante la prima infanzia, ad esempio con morbillo, varicella, rosolia.
La diagnosi di epilessia avviene grazie ad esami specifici, primo tra tutti l’elettroencefalogramma (EEG): registrando l’attività elettrica del cervello si possono riscontrare alterazioni dei segnali anche in assenza dei sintomi.
Successivamente potrebbero essere necessari altri esami, come la TAC o la risonanza magnetica, per poter verificare la presenza di eventuali lesioni cerebrali. È di importanza cruciale poter esaminare la storia clinica del paziente. In questo caso, dato che le crisi si associano spesso a perdite di conoscenza, le osservazioni di persone vicine al paziente potrebbero costituire un aiuto prezioso.
Per la terapia, i medici possono prescrivere numerosi trattamenti farmacologici che permettono di inibire i segnali elettrici neuronali. Ciò comporta un netto miglioramento dei sintomi e delle crisi, permettendo al paziente di condurre una vita normale. È importante definire una terapia personalizzata per ogni paziente. Questi trattamenti possono perdurare per lunghi periodi di tempo, spesso per tutta la vita. Solo in casi particolari e accuratamente selezionati si può decidere di asportare con un intervento chirurgico la zona del cervello da cui prende inizio la crisi epilettica. Questo tipo di intervento viene solitamente svolto solo nei casi in cui il paziente non risponda alla terapia farmacologica.
Inoltre, i medici raccomandano a chi soffre di epilessia di moderare il consumo di alcolici, non privarsi del sonno, mantenersi ben idratato, seguire una dieta equilibrata e non esagerare con l’attività fisica. Altro importante accorgimento è mantenere sotto controllo lo stress fisico e psicologico.
Secondo il dottor Mozzi, gli attacchi epilettici sono da ricondurre principalmente all’uso di latte, yogurt e formaggi. A seconda delle sensibilità individuali, ci possono essere anche altre sostanze che contribuiscono alle crisi, ad esempio glutine, salumi o maiale. Tuttavia, secondo le osservazioni del dottore i latticini rappresentano comunque la causa principale.
L’organismo di ogni persona è “programmato” in modo che alcuni organi siano più resistenti, mentre altri vengono maggiormente colpiti dalle sostanze intossicanti. Un esempio tra tutti è la carne rossa per il gruppo A, la cui assunzione, a seconda della resistenza del paziente, può portare sia sintomi lievi (mal di testa, alito cattivo), sia a vere e proprie manifestazioni di epilessia.
Anche in queste occasioni, per prevenire l’insorgenza delle crisi, un aiuto fondamentale ci arriva dal famoso diario alimentare. È infatti fondamentale, spiega il dottor Mozzi, annotare sempre il giorno e l’ora di ogni crisi epilettica per poter osservare cosa abbiamo mangiato prima. In questo modo sarà possibile isolare gli alimenti che possono rappresentare un “innesco” per la nostra sensibilità individuale.
Il dottore consiglia inoltre di favorire un’alimentazione ricca di pesce, molta verdura e le carni più adatte per il proprio gruppo sanguigno.