Liquirizia
La liquirizia (Glycyrrhiza glabra) è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Fabaceae o Leguminosae. Il suo nome scientifico deriva dal greco glucos, dolce, e riza, radice, e si riferisce alla dolcezza della pianta (che in alcune varietà è superiore allo zucchero anche di 50 volte).
Già 5000 anni fa era conosciuta e utilizzata come medicinale in Cina, Egitto, Assiria e India: viene menzionata nel primo erbario cinese come una delle piante più importanti e nel Susruta Samitha, il più grande libro indiano di medicina della storia. Esiste inoltre una ricetta tibetana per un “elisir di lunga vita”, risalente ai primi secoli avanti Cristo, composta di sale, liquirizia e altre erbe. Una delle sue virtù più apprezzate era quella dissetante: masticando alcuni pezzi della radice gli Sciiti potevano camminare per molte ore nel deserto senza sentire il bisogno di bere.
La liquirizia era nota anche ai medici greci e romani, tra cui Ippocrate, Plinio e Galeno, che prescrivevano il succo estratto dalla pianta contro le infiammazioni, i bruciori di stomaco, le coliche renali e i dolori di fegato. Tutte queste proprietà furono apprezzate successivamente anche dalla medicina del Medioevo: il grande scrittore e agronomo Pietro de’ Crescenzi ne fece un elogio nel suo trattato De agricoltura.
Verso la metà del XVII secolo nacquero in Calabria i primi impianti per la lavorazione della liquirizia, chiamati conci, che consentirono alla popolazione locale un commercio fiorente per tutto il Settecento e l’esportazione del prodotto all’estero a partire dal secolo successivo.
Fu solo nel Novecento, tuttavia, che la liquirizia iniziò a essere largamente utilizzata nell’industria dolciaria. A partire dagli anni Trenta le prime caramelle di liquirizia fecero la loro comparsa in pasticceria e successivamente nei banchi alimentari. Questa tendenza si sviluppò sempre più nei decenni successivi, a discapito degli estratti e della radice che però ancora oggi vengono utilizzati a scopi terapeutici.
Del genere Glycyrrhiza fanno parte circa 18 specie distribuite in Europa, Asia, Australia e America. La Glycyrrhiza glabra è la più usata, quella comunemente chiamata “liquirizia”. È una pianta perenne che può arrivare a un’altezza di 50-100 cm e cresce principalmente in zone assolate dal terreno sabbioso. Il fusto è alto e flessuoso, con piccole foglie ovali e fiori azzurro-violacei o biancastri. La parte inferiore è costituita dal rizoma (estensione sotterranea del fusto) da cui si estendono gli stoloni (rami supplementari che spuntano dalla base sotterranea) e le radici, per una lunghezza totale di circa due metri.
Le radici si raccolgono in autunno da piante che hanno almeno tre anni di età: vengono portate in superficie dall’aratro, rimosse manualmente e raggruppate in fasci o sarcine. Successivamente si eliminano le parti superflue e i residui di terra (circa il 20% della quantità totale), si taglia a pezzi la radice rimanente e la si essicca in forno a non più di 40°.
Il procedimento per ottenere il succo dura invece 8 ore circa e consiste nello sminuzzare le radici fino a ottenere una poltiglia, da cui poi il liquido viene estratto negli impianti specializzati.
In commercio, la radice di liquirizia si può trovare in bastoncini da masticare, a pezzetti oppure in polvere per la preparazione di decotti e tisane; l’estratto puro per uso officinale viene venduto anche sotto forma di compresse, succo e tintura madre. Il principio attivo della liquirizia, la glicirrizina, conferisce alla radice il suo gusto dolce e possiede proprietà antinfiammatorie e antivirali.
Con la radice spezzettata si preparano ottime tisane anche senza l’aggiunta di zucchero.
Novak Djokovic, il tennista numero uno al mondo, (ha scritto un libro) ha recentemente dichiarato di seguire un’alimentazione naturale che prevede il regolare consumo di infusi di tè e liquirizia.
Per quanto riguarda caramelle e altri dolci contenenti liquirizia, controllare attentamente gli ingredienti. Si consiglia di consultare il capitolo sugli zuccheri del libro “La dieta del dottor Mozzi”.
Neutra per i gruppi 0 e A, benefica per i gruppi B e AB.
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