Santoreggia
La santoreggia (Satureja hortensis) è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Labiateae.
Probabilmente originaria dell’Asia, si è diffusa in Europa meridionale sin dall’antichità. I Greci le attribuivano grandi proprietà afrodisiache e la dedicavano a Dioniso, il dio del vino, dell’estasi e della liberazione dei sensi. I Romani la utilizzavano soprattutto in cucina, grazi al suo intenso profumo, per aromatizzare cibi e salse. La badessa ed erborista medievale Hildegard Von Bingen, successivamente nota come Santa Ildegarda, consigliava la santoreggia come rimedio contro la paralisi, la gotta e la diarrea nella sua opera Phisica natura, uno dei più importanti trattati dell’epoca sul rapporto tra alimentazione e salute. Nel Rinascimento la santoreggia era tanto usata in cucina da essere definita “la salsa dei poveri” e il medico Pietro d’Argellata la prescriveva per curare le ulcere della bocca. Oggi è diffusa nelle cucine di tutto il territorio dell’Eurasia.
La pianta di santoreggia è un’erba annuale che può raggiungere un’altezza di circa 30 centimetri. I suoi fiori sono bianchi o rosa e compaiono da giugno a settembre, mentre le foglie sono lanceolate e ricche di olii essenziali fortemente aromatici. In cucina si usa per aromatizzare i cibi ed è uno degli ingredienti base di molte miscele di erbe aromatiche, tra cui il Mazzetto aromatico tedesco, il Khmeli-smeli georgiano e le Erbe di Provenza.
In erboristeria l’infuso di santoreggia è utilizzato per combattere la stanchezza, la bronchite, le infiammazioni intestinali e per favorire la digestione; un decotto aggiunto all’acqua del bagno aiuta a tonificare e depurare la pelle, mentre l’olio essenziale viene consigliato in caso di raffreddore o influenza per le sue proprietà antibatteriche.
Oltre agli olii essenziali, la santoreggia contiene molti Sali minerali (sodio, calcio, fosforo, ferro, potassio) e vitamina C.
Neutra per tutti i gruppi.
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