LENTICCHIE
In base a quanto possiamo leggere nella Genesi, che narra di un piatto di lenticchie offerto da Giacobbe a suo fratello Esau in cambio della primogenitura, il consumo di questo legume risale ai tempi della nascita dell’agricoltura in Mesopotamia.
Studi su reperti fossili sembrano confermare che la lenticchia sia stato il primo legume coltivato dall’uomo: a 9000 anni fa risalgono le prime tracce in Asia e nell’attuale Siria. Prove del suo consumo in Turchia si attestano già intorno al 5500 a.C. La lenticchia faceva sicuramente parte della dieta sia dei Grechi che dei Romani, essendo spesso utilizzata come sostitutivo della carne soprattutto dalle classi più povere.
Nella cultura moderna, così come in quella antica, la lenticchia è spesso considerata simbolo di ricchezza e abbondanza; in Italia si è soliti consumarla durante il cenone di fine anno come buon auspicio di prosperità. Questa tradizione deriva dall’abitudine, diffusa nell’Antica Roma, di regalare una “scarsella”, cioè una sacchetta di pelle tipicamente usata per portare i denari, piena di lenticchie, con l’augurio che i legumi si tramutassero in soldi.
La lenticchia, il cui nome scientifico è Lens culinaris, è una leguminosa della specie dicotiledone annuale. È una pianta erbacea alta dai 20 ai 70 cm con stelo dritto e ramificato. Le foglie sono alterne e formano composizioni di foglioline opposte e oblunghe, le quali terminano con un viticcio. I fiori sono di colore bianco o blu chiaro e si presentano riuniti in grappolo. La fioritura avviene fra maggio e luglio. I frutti della pianta sono baccelli contenenti due semi piccoli, rotondi e appiattiti, la cui forma ricorda una lente (da qui il nome) e il cui colore è differente in base alla varietà. Si stima che ad oggi nel mondo ci siano 3.2 milioni di ettari di terreno coltivati a lenticchie. In Italia se ne concentrano circa 1000 ettari, in particolare troviamo coltivazioni in Abruzzo, Campania, Lazio e Umbria.
Esistono quattro specie principali di lens culinaris: la culinaris, la odemensis, la orientalis e la tomentosus, tutte originarie di regioni temperate calde come il sud-est dell’Europa, l’Asia minore e il vicino oriente, il Caucaso e l’asia Centrale.
Le lenticchie sono costituite per il 25% di proteine, per il 53% di carboidrati e per il 2% di oli vegetali. Contengono inoltre fosforo, ferro e vitamine del gruppo B. Sono povere di zuccheri ma ricche di fibre e contengono solo grassi di tipo insaturo. Sostanze contenute in questi legumi sono i anche i soflavoni, la tiamina e la vitamina PP. Una porzione di 100 gr di lenticchie apporta all’incirca 290 calorie.
È sempre preferibile consumare le lenticchie secche piuttosto che quelle in scatola, in quanto conservano meglio le proprietà nutrizionali.
In Italia, le varietà di lenticchie più diffuse sono:
Lenticchia di Colfiorito, coltivata in Umbria vicino a una palude
Lenticchia di Santo Stefano di Sessanio
Lenticchia di Ustica, piccola e saporita, di colore marrone scuro
Lenticchia di Onano
Lenticchia di Altamura, tipicamente verde e più grande rispetto alle altre
Lenticchia di Villalba, molto grande
Lenticchia di Ventotene
Lenticchia di Valle Agricola
Lenticchia di Castelluccio di Norcia a Indicazione geografica protetta (I.G.P.) e a Denominazione di origine protetta (D.O.P.), la più pregiata che si possa trovare in Italia; caratteristica per il sapore delicato e la dimensione che non supera i 2 mm.
Sagra della lenticchia a Onano (VT)
Sagra della lenticchia a Santo Stefano di Sessanio (AQ)
Lenticchiata a Chivasso (TO)
Sagra della lenticchia a Annifo (PG)
Sagra della leticchia e del fritto a Alanno (PE)
Sagra della lenticchia dell’Alta Murgia a Ruvo di Puglia (BA)
Per una corretta alimentazione si consiglia di abbinare i legumi a carne, pesce, uova e verdure. Si sconsiglia l’abbinamento con latticini, cereali, frutta, bevande contenenti zucchero (es. vino, birra, caffè e tè zuccherati..). Per l’alto contenuto di carboidrati, è preferibile moderare il consumo a cena se dopo non si svolge nessuna attività fisica.
Da preferire lenticchie biologiche secche, di buona qualità.
Benefiche per il gruppo A, neutre per gruppo AB, sconsigliate per i gruppi 0 e B