Rosmarino
Il rosmarino (Rosmarinus officinalis) è un arbusto appartenente alla famiglia delle Lamiaceae. Il suo nome, che deriva dalle parole latine ros e maris, significa “rugiada di mare”.
Fin dall’antichità questa pianta è stata impiegata come medicinale, ma si riteneva che possedesse anche proprietà magiche. Gli Egizi credevano che avesse il potere di donare l’immortalità e ne facevano dono ai defunti: alcuni scavi archeologici hanno portato alla luce resti di rosmarino nelle tombe dei faraoni. Presso i Romani la pianta era dedicata alla dea Venere e divenne il simbolo della morte e dell’amore: era usanza bruciarne alcuni rametti durante i sacrifici rituali e portare ghirlande di rosmarino alle tombe dei propri cari. Molti dei primi medici, tra cui Ippocrate e Dioscoride, la prescrivevano come medicinali, ma non venne utilizzata in cucina finché un altro illustre medico, Galeno, ne riconobbe le proprietà digestive.
Nel Medioevo il re Carlo Magno emanò il “Capitulare de Villis”, un editto che ordinava la coltivazione di determinate erbe e ortaggi negli orti cittadini. Tra queste erbe c’era anche il rosmarino, il cui profumo secondo una credenza popolare conteneva l’essenza e l’anima della Terra.
A partire dal XVI secolo si diffuse nelle corti reali una preparazione cosmetica composta di alcol e rosmarino distillato, chiamata “Acqua della Regina d’Ungheria”. Secondo una leggenda popolare, l’anziana regina Isabella d’Ungheria fu la prima a usare questa lozione preparatale da un alchimista, riacquistando così la gioventù e una tale bellezza che il Re di Polonia la chiese in sposa. Nel secolo successivo arrivò alla Corte Reale di Francia: oltre alle dame di corte, il Re Sole la utilizzava come rimedio per la gotta. A partire dall’Ottocento quest’acqua fu sostituita da un’altra preparazione a base di erbe aromatiche: l’Acqua di Colonia.
La pianta di rosmarino è un arbusto sempreverde con radici profonde, che può essere alto da 50 centimetri a 3 metri. Le foglie sono molto sottili e lunghe 2-3 centimetri, di un colore verde cupo sul lato superiore e biancastro su quello inferiore. I fiori sono piccoli, di color azzurro o violetto, e sbocciano in diversi periodi dell’anno a seconda del clima o della varietà, mentre i frutti sono piccoli semi marroni e oleosi dalla superficie liscia. Deve essere piantato in primavera in un luogo soleggiato e riparato dal vento, con un terreno asciutto e una temperatura media di circa 20°. È possibile anche coltivarlo in vaso, assicurandosi che non ci sia mai un ristagno d’acqua. I suoi rametti possono essere raccolti in ogni periodo dell’anno.
Esistono diverse varietà di rosmarino, che si differenziano in due categorie:
- Rosmarini Eretti o ad alberello: sono le varietà che crescono molto in altezza, sviluppandosi verso l’alto con molti rametti laterali. Tra questi si ricordano il Gorizia, il Cap Bear, il Majorca Pink, il Lerida, il Tuscan Blue, il Joyce de Baggio e l’Ulysse.
- Rosmarini ricadenti o prostrati: si sviluppano verso il basso e sono molto apprezzate anche come piante ornamentali per il loro impatto estetico. Alcuni dei principali sono il Marenca, il Bonifacio, il Corsican Blue, l’Eve, il Montagnette e il Vicomte de Noailles.
In cucina il rosmarino si può utilizzare fresco oppure essiccato per aromatizzare e rendere più digeribili diverse ricette, in particolare le zuppe, i piatti di carne, i contorni, il pane e le focacce.
Inoltre viene impiegato spesso nella preparazione di prodotti cosmetici come la già citata Acqua della Regina d’Ungheria, shampoo, lozioni astringenti e pomate.
Le foglie di rosmarino contengono olii essenziali molto pregiati dalle proprietà analgesiche, antivirali, espettoranti, disinfettanti e digestive, che lo rendono molto apprezzato nell’erboristeria e nelle cure naturali. Gli infusi di rosmarino sono spesso consigliati per facilitare la digestione o per stimolare la concentrazione e la memoria, mentre l’olio essenziale si può usare per pulire la pelle, rinforzare i capelli, lenire i dolori muscolari e favorire il rilassamento.
Neutro per tutti i gruppi.
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