CASTAGNA
La castagna è il frutto dell’albero del castagno: il Castanea sativa – vulgaris – vesca (che si differenzia dal frutto dell’ippocastano che invece è un seme), il quale si presenta in una cupola che con la maturazione diventa un riccio che ne racchiude uno o diversi. Il nome potrebbe derivare da una città tessalica: Kastania, o dalla turca Kastanis, entrambe ricche di castagneti.
L’albero appartiene alla famiglia delle Fagaceae e può raggiungere dimensioni incredibili.
Nella cultura cinese simboleggia la previdenza in quanto fornisce cibo per tutto il periodo dell’anno; nel linguaggio araldico invece simboleggia virtù nascoste.
Da ritrovamenti fossili pare che il ceppo del castagno si sia originato nel Terziario per poi diffondersi con il clima caldo in Asia, Europa e nelle Americhe.
In Italia pare sia giunto nella zona della Alpi 10.000 anni fa.
Nell’antichità ne parlarono molti scrittori classici: fra i Greci nel IV sec. Ippocrate e Senofonte lo chiamavano “noce piatta” e Teofrasto “ghianda di Giove”; ma anche i Romani come Catone il Censore nel II sec, Virgilio e Plinio il Vecchio (I sec.) lo citarono.
Con le conquiste romane si diffuse la coltura di questi frutti in tutta l’Europa centro-meridionale.
Nel XII sec. la quantità di terreno dedicato ai castagni aumentò notevolmente e il frutto divenne parte integrante delle diete e merce di scambio; furono soprattutto i monaci a dedicarsi a questa coltura.
Con le guerre del ‘400 la farina di castagne sostituì quella di cereali tanto che la pianta venne chiamata “albero italico del pane”. Dal ‘500 in poi l’Europa divenne grande esportatrice di castagne.
Nella prima metà del ‘900 la produzione di castagne costituì quasi il 50% della produzione frutticola italiana (tant’è che il ciclo della pianta scandiva al tempo il calendario cattolico) per poi calare anche a causa dell’industrializzazione che ne allontanò i contadini. A tutt’oggi nel nostro paese si contano ancora 800.000 ettari di castagneti.
Nel 1939 un decreto sancì la differenza fra le castagne e i marroni: le prime sono frutti della pianta selvatica, caratterizzati da una buccia spessa marrone scuro e leggermente schiacciate da un lato, e i secondi di piante migliorate per la coltivazione, più grandi, con buccia striata e privi di pellicina interna, con più esemplari all’interno di ogni riccio.
In Italia otto castagne hanno ottenuto il riconoscimento europeo: il marrone del Mugello IGP, la castagna del monte Amiata IGP, la castagna di Montella IGP, il marrone di Castel del Rio IGP, il marrone di San Zeno DOP, la castagna di Vallerano DOP, la castagna di Cuneo, il marrone di Valle di Susa IGP.
Nella frazione di Derby di La Salle in Valle d’Aosta si trova un castagno da frutto, forse il più grande al mondo, con una circonferenza di quasi 8 metri e alto ben 27; pare che la sua età si aggiri intorno ai 500 anni.
La raccolta, che in Italia inizia intorno a fine settembre, può avvenire con la tecnica dell’abbacchiatura, che consiste nel far cadere i ricci battendo la pianta e nel conservarli coperti per permetterne la maturazione completa, oppure raccogliendo direttamente i ricci già aperti una volta che questi sono caduti a terra spontaneamente.
La castagna si può consumare semplicemente bollita o tostata, ma anche secca, sciroppata, glassata, in crema, farina e addirittura sotto forma di alcolici come liquori e birra.
È ricca di carboidrati, in particolare amido; è presente molto potassio, vitamina C e in misura minore E; apporta inoltre acido oleico, linoleico e palmitoleico.
Eventi dedicati alle castagne:
Sagra della castagna Munnaredda a Tramutola (PZ)
Festa della castagna e del vino salentino a Melendugno (LE)
Festa della castagna a Foiana (Lana BZ)
Sagra della castagna a Spinoso (PZ)
Festa della castagna di Marola a Carpineti (RE)
Castagnata a Valganna (VA)
Festa della castagna a Parma (PR)
Sagra della castagna di Vallerano (VT)
Sagra della castagna a Trecchina (PZ)
Sagra della castagna a Montegallo (AP)
Sagra della castagna a Frabosa Sottana (CN)
Sagra della castagna e della nocciola a Avella (AV)
Sagra della castagna a Marzano Appio (CE)
La frutta secca ha un alto contenuto calorico, si consiglia pertanto di non eccedere nel consumo. Controllare che non siano trattati e che non ci siano zuccheri aggiunti. Da preferire quelli naturali.
Neutre per i gruppi 0, A e B. Benefica per il gruppo AB
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