Miglio

Il miglio (Panicum miliaceum) è una pianta erbacea che appartiene alla famiglia delle Poacee (o Graminacee). Il suo nome deriva probabilmente da mille, a causa dell’elevato numero di semi contenuti nella pianta. In alcune regioni d’Italia è conosciuto anche come vulpicoca, nome che si riferisce alla sua forma simile alla coda di una volpe.
Alcuni studiosi fanno risalire la sua origine in Medio Oriente, altri in Asia o addirittura in India. Quel che è certo è che il miglio è uno dei cereali più antichi nella storia dell’alimentazione umana: vi sono resti di sue coltivazioni che risalgono al Neolitico. Considerato fondamentale nella società sumera, durante l’Impero Romano si diffuse largamente in Italia e raggiunse l’apice della popolarità nell’alto Medioevo; veniva consumato soprattutto nella zona settentrionale, dove costituì uno degli alimenti base nei secoli successivi fino all’avvento di altri cereali.
Nel XIV secolo, nonostante il suo sapore non fosse molto apprezzato dalla Scuola Salernitana, era ancora uno dei cereali più usati: dalla sua farina si ricavavano pane e polenta dal gusto delicato e gradevole. Nel 1378, quando i Genovesi assediarono Venezia, la popolazione si salvò grazie alle sue scorte di miglio, che grazie alla sua grande resistenza poteva essere conservato per un periodo molto lungo.
Dopo la scoperta dell’America, la coltivazione di miglio fu gradualmente abbandonata in tutta l’Europa a favore del mais e continuò a essere usato solo come mangime per uccelli e animali da cortile.

La pianta di miglio è detta cespitosa, ossia composta da più steli robusti (culmi) di un’altezza compresa tra 50 e 150 centimetri. Le foglie sono lunghe, lineari e lanceolate, mentre i fiori sono piccole spighe raccolte in infiorescenze a pannocchia. I frutti (chiamati carossidi) sono piccoli e duri, con un solo seme, di un colore che varia dal bianco al bruno al nero. È molto resistente alla siccità e alle alte temperature, mentre soffre in ambienti freddi con un ristagno d’acqua. Il suo ciclo colturale è abbastanza breve: circa 3 o 4 mesi; la semina avviene tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate, mentre la mietitura deve essere effettuata prima della maturazione completa e la raccolta avviene meccanicamente. Nei Paesi Occidentali, la sua produzione per l’alimentazione umana è abbastanza limitata: i principali produttori nel mondo sono India, Cina e Nigeria.
Il miglio è composto principalmente di acqua, carboidrati, fibre e proteine, mentre è completamente privo di glutine e presenta una percentuale molto limitata di grassi; è ricco di aminoacidi, Sali minerali (potassio, fosforo, magnesio, calcio, ferro, sodio) e vitamine del gruppo B. Una delle particolarità di questo cereale è il suo apporto di proteine, che sono in quantità maggiore e più digeribili in confronto ad altre graminacee. Nella medicina tradizionale cinese è considerato un alimento tonificante e diuretico, particolarmente indicato per rafforzare lo stomaco.
È uno degli alimenti base degli Hunza, un’antica popolazione che oggi vive nelle valli dell’Himalaya ed è considerata la più longeva del mondo.

Per una corretta alimentazione si consiglia di abbinarlo a carne bianche, pesce, uova e verdure. Si sconsiglia l’abbinamento con legumi, frutta, bevande contenenti zucchero (es. vino, birra, caffè e té zuccherati).

Per l’alto contenuto di amidi il dottor Mozzi consiglia di evitare farinacei e cereali a cena, soprattutto con l’avanzare dell’età: tendono ad alzare il colesterolo, la glicemia, la pressione e il peso.
Gallette o cracker di miglio si possono mangiare; fare attenzione che non contengano zucchero.
Per i gruppi B e AB è possibile un consumo moderato di pasta e polenta di miglio. Anche il pane di miglio è consentito, senza eccedere.

Neutro per i gruppi 0 e A, benefico per i gruppi B e AB.

 

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