Orzo

L’orzo è il frutto della pianta Hordeum Vulgare, una delle più importanti della famiglia delle Graminaceae. Questo cereale è una delle più antiche piante coltivate, se non addirittura la più antica; questo perché si adattava facilmente a tutti i climi, era facile da trasportare e si poteva conservare a lungo. Le tracce più antiche della sua coltivazione risalgono al periodo Neolitico. Le opinioni sulla sua terra d’origine sono abbastanza contrastanti, ma la maggior parte degli studiosi ritiene che sia l’Asia, probabilmente la Cina. Anticamente era molto diffuso nella valle dell’Indo, i cui popoli chiamavano orzo e riso “i due figli immortali del cielo”.
Presso i Greci e i Romani l’orzo era uno degli alimenti più consumati, principalmente sotto forma di pane e zuppe. Il filosofo e naturalista Plinio il Vecchio scriveva che questo cereale era la base dell’alimentazione dei soldati e dei gladiatori: questi ultimi erano soprannominati hordearii, che significa “uomini dell’orzo”.
Durante i secoli successivi, l’orzo perse la sua predominanza alimentare a causa della crescente popolarità del frumento, che per il suo maggiore contenuto di glutine veniva preferito per la preparazione del pane. In Europa il suo consumo rimase per lungo tempo appannaggio delle classi povere. Tuttavia esso rappresenta ancora oggi la principale fonte di nutrimento per molti Paesi del Medio Oriente e dell’Africa settentrionale.

L’Hordeum Vulgare è una pianta erbacea annuale che, al momento della maturazione, può raggiungere un’altezza massima da 60 centimetri fino a 2 metri. Le radici sono fascicolate (non ramificate) e in terreni favorevoli possono raggiungere anch’esse i 2 metri. Il fusto è cilindrico, con foglie alterne lunghe e strette che lo avvolgono fungendo da guaina, e generalmente si ramifica in 2-3 fusti secondari. La spiga è un’infiorescenza composta da spighette più piccole che contengono i fiori e il frutto è un chicco, solitamente di colore giallognolo, lungo fino a 12 millimetri.
In Italia viene coltivato su una superficie pari a circa 360.000 ettari, con una produzione totale di 1,4 milioni di tonnellate. Oltre che all’alimentazione umana, è destinato al foraggio, alla produzione di mangimi e all’industria del malto. A livello mondiale i maggiori produttori sono Russia, Canada e Germania.
L’orzo è reperibile tutto l’anno e in commercio se ne trovano quattro tipologie principali:

  • Orzo integrale: chiamato anche “orzo mondo”,non subisce alcun processo di raffinazione meccanica. Ha un colore più scuro, un sapore più ricco e conserva intatte tutte le sue proprietà nutritive, ma richiede un tempo di ammollo più lungo (almeno 16 ore) e una cottura di circa un’ora.
  • Orzo decorticato: è la tipologia cui ci si riferisce normalmente quando si parla di orzo. Subisce una raffinazione solo parziale per eliminare la parte più esterna, ma conserva gran parte delle sue proprietà nutritive e del suo apporto di fibre e Sali minerali. La lavorazione riduce il tempo di ammollo a non più di 12 ore e quello di cottura a circa 45 minuti.
  • Orzo perlato: è sottoposto a una raffinazione completa, molto simile a quella del riso, nella quale viene eliminata tutta la parte esterna del chicco. Ha il vantaggio di poter essere cotto in 30 minuti senza ammollo, tuttavia presenta un contenuto ridotto di fibre e Sali minerali.
  • Orzo solubile: si ottiene tramite la tostatura e la macinazione dei chicchi e viene utilizzato per la preparazione di bevande come il caffè d’orzo.

I principali componenti dell’orzo sono acqua, fibre, proteine, Sali minerali (ferro, potassio, magnesio, calcio, zinco) e vitamine A, B1, B2, B3, B5, B6, E e K. Essendo un alimento fortemente energetico, costituisce la base dell’alimentazione umana in molti Paesi in via di sviluppo. Il suo alto contenuto di fibre lo rende molto utile per contrastare i problemi legati alla digestione e alla regolarità intestinale. Alcune ricerche hanno mostrato la sua capacità di ridurre il colesterolo, rinforzare le ossa, migliorare la concentrazione e apportare benefici a pelle, capelli e unghie.

Sconsigliato per i gruppi 0 e B, neutro per i gruppi A e AB.
Il dottor Mozzi consiglia di evitare farinacei e cereali a cena, soprattutto con l’avanzare dell’età: tendono ad alzare il colesterolo, la glicemia, la pressione e il peso.
È preferibile verificare la tolleranza ad avena, segale e orzo, consumandoli comunque con moderazione, poiché contengono glutine; sono quindi da evitare per i celiaci e per chi ha intolleranze al glutine evidenti.
Sono consentiti il pane e la pasta d’orzo.

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