Carota

La carota (Daucus carota) è una pianta erbacea della famiglia delle Apiaceae. Probabilmente originaria dell’Asia o del Mediterraneo, era conosciuta già dai Greci e dai Romani e considerata un buon rimedio per i disturbi della pelle. I primi esemplari di questo ortaggio erano molto diversi da quelli che conosciamo oggi: di una taglia più piccola, avevano un colore che poteva variare dal giallo-biancastro a uno scuro rosso-violetto. Per diversi secoli svolse un ruolo marginale nell’alimentazione umana, vedendosi preferire radici più comuni, come la pastinaca (nel XV secolo veniva chiamata anche “pastinaca rossa”). Come testimoniano i ricettari medievali, il suo principale contributo nella cucina dell’epoca era in funzione del colore più che del sapore.
Nel XVI secolo si diffuse in Inghilterra e successivamente fu importata in Virginia nel 1607, dove ebbe un enorme successo e si diffuse in tutta l’America del Nord con il nome popolare di “Pizzo della regina Anna” (non è sicuro se questo nome si riferisca alla regina Anna d’Inghilterra o alla sua bisnonna Anna di Danimarca)
Il “classico” colore arancione delle carote cui siamo abituati arrivò solamente nel XVII secolo, come risultato di una selezione botanica effettuata da un gruppo di orticoltori olandesi come omaggio alla famiglia reale, il cui nome era appunto Orange.

La carota è una pianta erbacea biennale, con un fusto eretto e ramificato che si sviluppa nel secondo anno e può raggiungere un metro di altezza. La parte commestibile è la radice, grossa e cilindrica (fittone), sulla cui testa si sviluppa una “rosetta” di foglie frastagliate durante il primo anno. I fiori, piccoli e di colore bianco, si sviluppano all’attaccatura di un particolare tipo di foglie dette brattee e sono raccolti in infiorescenze a forma di ombrello. Questa pianta è molto sensibile alle influenze climatiche e si sviluppa bene in terreni freschi, fertili e leggermente acidi. Se il terreno è troppo compatto, la radice tende a biforcarsi e ad assumere un colore troppo pallido e una consistenza legnosa.
I suoi semi sono molto piccoli e vengono piantati tra marzo e aprile a distanza ravvicinata; quando le piantine raggiungono l’altezza di 2-3 centimetri devono essere diradate, poiché ognuna di esse necessita di assorbire una grande quantità di elementi nutritivi dal terreno. La raccolta avviene prima che la radice abbia raggiunto il massimo sviluppo e può essere effettuata a mano o per mezzo di macchine. I maggiori produttori mondiali di carote sono Cina, Russia e Stati Uniti. In Italia le principali zone di coltivazione sono Emilia Romagna, Veneto, Lazio, Abruzzo e Sicilia.
Esistono numerose varietà di carota nel mondo, che vengono classificate in base alla grandezza della radice (lunghe, mezze lunghe e corte) o al colore (arancio, rossa e nera). Quella che a volte viene chiamata “carota bianca” è invece un’altra radice: la Pastinaca sativa. Tra le principali cultivar italiane ricordiamo la Carota dell’altopiano del Fucino, la Carota Novella di Ispica (entrambe a denominazione IGP), la Carota giallo-viola di Polignano (presidio Slow-Food) e la Carota giallo-viola di Tiggiano (inclusa nell’elenco nazionale di prodotti agroalimentari tradizionali pugliesi).
Gli elementi nutritivi principali delle carote sono acqua, fibre, proteine e carboidrati; possiedono inoltre un considerevole contenuto di vitamina A e di betacarotene. Vi si può trovare inoltre una discreta quantità di vitamina C, di antiossidanti e di Sali minerali (calcio, fosforo e magnesio).
In cucina possono essere usate in svariate preparazioni, come insalate, minestre, zuppe e contorni, nel tradizionale soffritto insieme a sedano e cipolle oppure a scopo decorativo. Trovano però un grande impiego anche nella cosmesi, dove l’olio di carota è utilizzato nella preparazione di lozioni antirughe, antiossidanti, idratanti e di creme solari protettive.

Neutra per i gruppi 0 e AB, benefica per i gruppi A e B.

Il dottor Mozzi consiglia di consumare sempre ortaggi  di stagione coltivati in modo biologico.

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