Aglio
L’aglio (Allium sativum) è una pianta a bulbo che appartiene ufficialmente alla famiglia delle Liliaceae, anche se una classificazione più recente la attribuisce alla famiglia delle Amaryllidaceae. Probabilmente il suo nome deriva dal latino oleo, “emanare odore”, mentre le sue origini geografiche sono ancora molto incerte: antiche tracce della pianta sono state ritrovate in Siberia, nell’Italia meridionale, in Nord Africa e in India.
La prima testimonianza scritta sull’aglio è un papiro egizio del 1550: il papiro Ebers, un trattato di medicina dove viene indicato come ingrediente principale in 22 diversi rimedi, in particolare contro il veleno di serpente. Gli Egizi credevano inoltre che l’aglio fosse una pianta magica, capace di tenere lontani gli spiriti dei defunti. Sebbene disdegnato dai faraoni, era considerato una grande fonte di energia e veniva largamente consumato dagli schiavi che costruivano le piramidi. Questo apprezzamento dell’aglio come pianta energetica e curativa fu successivamente ripreso da Ippocrate e dai Greci, che lo mangiavano prima delle competizioni sportive. Anche Alessandro Magno lo teneva in grande considerazione, tanto da dedicare la pianta agli dei della guerra.
Per gli antichi Romani l’aglio era sacro a Cerere, dea dell’agricoltura e della fertilità; veniva inoltre offerto a Ecate, la divinità che fungeva da tramite tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Nel corso della storia le credenze popolari hanno sempre attribuito all’aglio il potere di difendere contro tutto ciò che morde: per questo era utilizzato come protezione dai serpenti, ma anche da creature soprannaturali quali streghe, demoni o vampiri: nel Medioevo c’era una corona d’aglio appesa a ogni porta. In questo periodo iniziò a essere usato meno in cucina (soprattutto in quelle dei nobili, a causa del suo odore) e più in medicina: quando la peste si diffuse in Europa, molti medici lo consideravano il rimedio più efficace per arginarla.
Dai tempi del papiro Ebers, le proprietà terapeutiche di questa pianta non sono mai state dimenticate: anticamente era chiamata “la farmacia dei poveri” e utilizzata come cura per innumerevoli disturbi come calli, geloni, punture di insetti, tosse, pressione alta e tanti altri. Fu però Louis Pasteur il primo a esaminarla scientificamente nel 1858 e ad attribuirle proprietà antibiotiche, antisettiche e antipertensive. Come per la peste, l’aglio fu largamente utilizzato come cura durante l’epidemia di febbre spagnola del 1918.
L’Allium sativum è una pianta erbacea perenne che può raggiungere un metro di altezza. Le sue radici sono poco profonde, le foglie lunghe e sottili e i fiori, di colore bianco, rosa o porpora, sono raccolti in infiorescenze a forma di ombrello. I veri organi riproduttivi sono tuttavia gli spicchi, raccolti in un bulbo all’interno del fusto; ogni bulbo può contenere da 5 a 20 spicchi ed è avvolto da uno strato di particolari foglie protettive dette tuniche sterili.
Questa pianta predilige terreni fertili, che non trattengano troppa acqua. I bulbi più grossi vengono piantati in primavera nelle zone fredde, in autunno in quelle a clima più temperato. La semina si può effettuare a mano, ma sempre più di frequente si ricorre a quella meccanica. Normalmente l’irrigazione non è necessaria, se non in caso di prolungata siccità. Durante la raccolta, che sia manuale o meccanica, le piante vengono estirpate e lasciate a seccare sul terreno per una settimana. In commercio si può trovare fresco, semisecco o secco.
L’aglio è costituito principalmente di acqua, proteine, fibre, carboidrati, Sali minerali (sodio, potassio, ferro, calcio, magnesio, fosforo, rame, selenio), aminoacidi e vitamine B, C, E, J e K. Contiene inoltre un principio attivo (l’allicina) con grandi proprietà antisettiche, ed è scientificamente riconosciuto come uno degli antiossidanti più potenti della natura.
Perché mantenga le sue proprietà curative, è preferibile consumarlo crudo.
Benefico per i gruppi A e AB (se non da problemi di digestione), neutro per il gruppo B.
Il dottor Mozzi consiglia alle persone di gruppo 0 di evitare l’aglio se dovessero manifestarsi infiammazioni all’apparato digerente.
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